Il dramma-incubazione scende a 47 anni

Le malattie amianto-correlate hanno un’incubazione tanto subdola quanto lunga. La media di latenza è di 47 anni. Dal punto di vista epidemiologico, il Monfalconese si pone tra le realtà italiane a più alta incidenza in ordine ai casi di mesotelioma alla pleura, riconducibili per buona parte a lavoratori del cantiere navale. C’è un altro dato significativo: se in condizioni territoriali non caratterizzate dal fenomeno amianto il rapporto è di un caso di mesotelioma alla pleura ogni 17 anni, solo in città negli ultimi 20 anni si sono registrati 240 casi e 600 nella fascia costiera tra Monfalcone e Trieste. Negli ultimi 20 anni, inoltre, sono approdate all’Inail 2mila pratiche per patologie asbesto-correlate, quindi 100 all’anno. E ancora, negli ultimi 20 anni circa 1.500 residenti nei comuni del mandamento sono deceduti per tumore al polmone, pur considerando anche altri fattori di insorgenza della patologia, come lo stile di vita, l’alimentazione, l’incidenza del traffico. Ma ciò che si fa avanti è proprio la latenza delle malattie amianto correlate. Ad essere colpite sono in particolare le persone in età più avanzata. Si parla di una percentuale di oltre il 62% dei casi che riguardano la fascia tra i 65 e gli 84 anni. Il periodo che intercorre tra l’inizio dell’esposizione all’amianto e la comparsa della patologia risulta quindi attorno ai 47 anni. A darne conferma sono anche le segnalazioni fornite dai consulenti tecnici durante i processi legati alle morti da amianto: su 200 casi di decesso riguardanti il periodo dal 1990 al 2012-2013, la media di latenza si attesta proprio sui 47 anni, con una “correzione” di stima di più 2 o meno 2 anni, ossia tra i 45 e i 49 anni. Una volta diagnosticata la malattia, il decesso interviene in tempi brevi. In particolare, il mesotelioma “conclamato” ha portato al decesso nel 93% dei casi in tempi che si assestano in media sui 13 mesi.
La latenza della patologia asbesto-correlata è compresa tra un minimo di 10-15 anni fino a un picco massimo di 70 anni. Gli elementi a disposizione fanno presupporre che l’incubazione del “male di amianto” possa essere più lunga di quanto previsto. Lo stesso presidente della Commissione regionale per l’amianto, Fernando Della Ricca, ha recentemente sostenuto come «siamo ancora in totale emergenza poichè riteniamo che questa fase acuta proseguirà per anni», facendo riferimento al picco massimo per i mesoteliomi e i tumori al polmone nel 2030 anzichè nel 2020. Il dottor Luigi Finotto, responsabile della Struttura complessa Prevenzione e Sicurezza degli ambienti di lavoro dell’Azienda sanitaria Isontino Bassa Friulana, da parte sua, aveva sostenuto che la gravità della situazione è in linea con quanto ci si attende alla luce delle segnalazioni delle patologie professionali amianto-correlate. Resta evidente che vanno considerate diverse variabili, a partire dall’intensità dell’esposizione all’amianto e dal tempo di esposizione. Parlando di malattie professionali, quindi, è fondamentale l’attività svolta. Nel caso del cantiere navale, quindi, anche il luogo di lavoro. È infatti chiaro che i rischi da esposizione aumentano per le professioni come quelle legate alla coibentazione a bordo delle navi, rispetto ad altre figure come i tecnici a bordo per le rilevazioni. C’è anche la specificità dei soggetti nello sviluppare la malattia da esposizione.
Intanto è stato presentato, la scorsa settimana a Trieste l’opuscolo “Conoscere l’amianto”. A fare da regia al progetto è la Commissione regionale per l’amianto che ha quale partner significativo l’Inail. Della Ricca ha spiegato: «L’opuscolo nasce dall’esigenza di dotare il cittadino della nostra regione di uno strumento duttile, semplice, informativo, per far conoscere l’amianto, ma necessario anche per potersi muovere nel sistema pubblico, per vedersi riconosciuti i propri diritti, le proprie tutele sancite da strumenti legislativi, per superare le paure di ognuno di noi quando si affrontano problemi che abbiamo come oggetto l’amianto». L’opuscolo viene distribuito in tutti gli uffici pubblici e sarà anche in formato Web, oltrechè diffuso attraverso i siti della Regione Fvg e dell’Inail.
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