Il fascino senza tempo del calcio in miniatura

Sfide tra maturi signori, bambini e turisti ai tavoli da Subbuteo all’ex Pescheria La soddisfazione degli organizzatori: «Che gioia veder riscoperta questa magia»



Una magia in miniatura. Che diventa il ricordo di tempi andati per i più grandicelli, quando, nei primi anni ’70, si cominciò a giocare, muovendo con le dita piccoli calciatori di legno, dalle divise appena accennate, su ruvidi tappeti di panno, e che invece per i ragazzini di oggi si trasforma in un fattore di socializzazione, capace di strapparli all’ipnosi dei videogiochi sullo smartphone, per proiettarli su un fondo verde sul quale la palla scorre veloce, con i mini giocatori perfetti nell’identificazione con la squadra del cuore e una tecnologia di contorno che consente la fedele riproduzione di quanto avviene nella realtà.

È il Subbuteo, oggi chiamato “Calcio tavolo”, perché le regole nel tempo si sono affinate e i materiali utilizzati sono più leggeri ed elastici di una volta. Ma il fascino è quello intatto di quasi mezzo secolo fa, quando il Subbuteo fu introdotto in Italia dopo essere nato in Gran Bretagna.

La riprova la si è avuta ieri, al Salone degli Incanti, dove fino dal mattino si sono radunati, attorni ai tavoli preparati per l’occasione dai soci della Triestina Subbuteo, sezione dell’Asd Dopolavoro Trieste trasporti, capofila in città del ritorno del Subbuteo, maturi signori, giovanissimi, turisti imbattutisi per caso nella mostra del Centenario della Triestina e travolti dall’entusiasmo per Calcio tavolo.

«Siamo nati lo scorso anno - ha spiegato Sandro Ceppi, presidente della Triestina Subbuteo - e subito abbiamo registrato attorno a noi un grande entusiasmo. Siamo partiti con il “Calcio tavolo”, ma siamo pronti a far nascere, a breve, anche la sezione “Old subbuteo”, perchè ci sono tantissimi appassionati che vogliono rivivere le emozioni di un tempo, muovendo i calciatori di legno su un panno più lento di quelli sintetici di oggi. Abbiamo formato in poche settimane una squadra completa dei 16 tesserati, numero richiesto dalla Federazione per potersi iscrivere ai vari campionati. In primavera, a Cormons – ha annunciato Ceppi – esordiremo con i colori della Triestina in serie D e contiamo, entro qualche anno, di salire di categoria».

Ma la Triestina Subbuteo guarda anche alla diffusione del gioco: «Abbiamo moltissimi ragazzini intenzionati a partecipare ai tornei under 12 e under 16 - ha continuato Ceppi - perché l’obiettivo è portarli a lasciare i videogiochi e a farsi coinvolgere da una disciplina trasversale all’età e al sesso. Abbiamo fatto una serie di serate dimostrative – ha concluso – ottenendo risultati notevoli, in alcuni casi abbiamo avuto attorno a noi una ventina di giovanissimi».

«Il Subbuteo – ha sottolineato Dario Bilucaglia, anch’egli della Triestina Subbuteo – mette assieme a giocare padri e figli, il che è già un grande successo, inoltre questo gioco lo assimiliamo agli scacchi, perché pretende fantasia, senso tattico, memoria e allontana i bambini dai videogiochi, mettendoli a confronto diretto con l’avversario».

Buon testimone il piccolo Valerio, di 9 anni: «Gioco da pochi mesi - ha detto - è stato il mio papà a insegnarmi e mi diverte tantissimo, anche perché bisogna concentrarsi, pensare, riflettere. Sono milanista – ha proseguito - e ho comperato la squadra con la maglietta rossonera».

«Vengo da Monza - ha detto Chiara - e sono a Trieste per visitare la città. Passeggiando sulle Rive ho visto per caso la mostra della Triestina, sono entrata e non ho resistito, ho chiesto un tavolo e mi sono messa a giocare».

«Siamo molto soddisfatti di questo rilancio del Subbuteo – ha ribadito Guido Giorio, presidente del Dopolavoro della Trieste trasporti, una realtà che conta dodici sezioni per un totale di ben 574 soci – una specialità che abbiamo riproposto e che ora, con nostra grande gioia, sta finalmente tornando in auge». —



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