Il figlio: «Mamma, torna a casa»

di Laura Borsani
«Sono distrutto, mi sento in colpa. Non volevo che andasse via di casa in questo modo. Lei lo ripeteva, anche sabato mattina ne avevamo discusso bisticciando: mi diceva “voglio andare via”. Ma dove? Usciva così, senza destinazione». Matteo Arnò, 21 anni, l’unico figlio di Antonella Fracasso, la 47enne, vedova, uscita di casa sabato mattina, non si dà pace. La donna manca ormai da una decina di giorni. Nell’appartamento al primo piano del palazzo all’angolo di via Bellini, in perfetto ordine, si coglie chiaro un senso di vuoto. «Voglio pensare - osserva il ragazzo provato - che, anche questa volta sia in giro da qualche parte. Giorni prima era accaduto ancora: se ne andava, ma poi, alla fine tornava». Antonella era finita a Padova, la sera era a Monfalcone. L’hanno trovata alla stazione di Venezia-Mestre, riportandola a casa. Da Venezia è rientrata in città da sola. Un via vai, che seppur preoccupava Matteo, alle prese peraltro con la ricerca di un lavoro, lasciava comunque aperta la possibilità di un rientro. Non sabato mattina, da quando si sono perse le tracce.
«Pensavo tornasse di nuovo, mi sono rivolto anche ai Servizi sociali - spiega Matteo -. Domenica ho deciso di rivolgermi ai carabinieri. Il giorno dopo, come mi era stato consigliato, ho presentato la denuncia di scomparsa al Commissariato di Polizia. Sono troppi nove giorni di assenza, non è da lei... Non riesco più a dormire, passo le giornate come se fossi piombato in un incubo dal quale mi voglio svegliare. Penso solo al momento in cui mi possano comunicare: tua madre sta bene, la riportiamo a casa».
Anche ieri polizia e vigili del fuoco, con due squadre, una per le ricerche a terra, sul Carso, l’altra per le verifiche in mare, il Golfo di Panzano, hanno setacciato il territorio. Le ipotesi restano aperte, compreso l’allontanamento volontario.
Antonella sabato se n’è andata con la sola borsetta e 15 euro: «Quella mattina - racconta il ragazzo - aveva insistito per darmi 20 euro, le erano rimasti 15».
Niente cellulare, lasciato a casa. Matteo si arrovella per capire: «Non mi ha mai spiegato perchè faceva così. Diceva che qualcuno voleva toglierci la casa. Discorsi strani. A luglio eravamo andati in vacanza a Rimini. Sembrava tutto a posto, regolare. Non si sentiva bene, a volte, ma niente di che. Da quando siamo rientrati, invece, ho notato che qualcosa in lei era cambiato». Matteo ne coglie i primi segnali: «Da metà settembre - continua il ragazzo - ha iniziato ad assumere atteggiamenti strani. Molte volte sono venuti in aiuto i vicini di casa». Matteo teme il peggio? «Non è nel suo carattere. Credo solo che mia madre stia vivendo in un “mondo tutto suo”. Non so proprio che fare, che pensare. Ho 21 anni, mi trovo addosso un problema più grande di me. Mi sento solo a combattere l’angoscia e l’incertezza».
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