Il fotografo Andrian va in pensione Nei suoi scatti la storia della Bassa

. Con i suoi cinquant’anni di attività è una delle realtà più antiche e consolidate del panorama fotografico locale. Enzo Andrian, fotografo professionista, ha raccontato la Bassa per cinquant’anni e ha immortalato i momenti più significativi con un’innata capacità intuitiva. Attraverso le sue immagini è possibile rivivere la storia e le tradizioni di un territorio e della sua gente. Lunedì alle 11, Enzo, che ha collaborato per anni con il Messaggero Veneto e Il Piccolo in qualità di fotografo, chiuderà l’attività con un brindisi di commiato.
Fiumicellese doc, classe 1945, Andrian, nato in una famiglia di contadini mezzadri, all’età di 14 anni decise di imparare un mestiere: la lavorazione del vetro. Iniziò a fotografare, quasi per caso, quando aveva 16 anni. Rimase affascinato dai servizi di Giorgio Lotti e Mario De Biasi, fotoreporter inviato in Ungheria all’epoca dell’invasione sovietica.
«Il fascino della fotografia, la possibilità di esprimere i miei sentimenti nella piena libertà intellettuale – racconta – mi convinsero a cimentarmi in una sfida continua e così decisi di impegnarmi nella ricerca tecnica. Realizzai la mia prima camera oscura con specchi e filtri costruiti in vetreria. Con una vecchia macchina fotografica a soffietto riuscii a costruire un ingranditore». Enzo iniziò a documentare le feste paesane e a immortalare i cantanti durante gli spettacoli organizzati nell’ambito delle Feste de l’Unità. Fotografò Claudio Villa, Nilla Pizzi, Luciano Tajoli e tanti altri.
«Supportato dalla fiducia di Dante Feresin, amministratore locale – ricorda Andrian – nel 1965 realizzai il mio primo servizio, a Milano, documentando la grande sfilata in occasione del ventesimo anniversario della Liberazione. Nel 1967 ottenni la licenza dal questore di Udine per “l’esercizio dell’arte fotografica” in forma ambulante. Siccome il lavoro di vetraio mi andava stretto, cominciai a realizzare qualche servizio in occasione dei matrimoni».
Nel febbraio 1968, fu inaugurato lo studio Andrian in via Gramsci, a Fiumicello. Per una decina d’anni, Enzo ha collaborato con il Messaggero Veneto, allora diretto da Vittorino Meloni, e con Il Piccolo. Negli anni Settanta ha sperimentato la cinematografia.
Il fotografo fiumicellese ha trasmesso la sua passione anche al figlio Ivan. La moglie, Luciana, preziosa collaboratrice, gli è sempre stata accanto. Il passaggio dal negativo al digitale ha rinnovato l’entusiasmo. «Dal 1968, la storia locale è custodita nel mio archivio e nei miei ricordi – commenta Enzo –. La camera oscura si è trasformata in un computer ma la nostalgia e il fascino dell’attesa tra lo scatto e la stampa è rimasto nel cuore. L’avvento del digitale ha offerto a tutti una fotografia facile, dimenticando di valorizzare persone e professioni, come quella dei fotografi, che hanno impegnato una vita per acquisire nozioni ed esperienze». —
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