Il Friuli Venezia Giulia rischia il rosso fino a domenica 11 aprile

Cala l’indice Rt ma pesa l’incidenza al di sopra dei 250 casi ogni 100 mila abitanti. Fedriga: «Serve una riflessione per gettare le basi di una stagione di riaperture» 

TRIESTE C’è un dato, nel monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità, che porterà il Friuli Venezia Giulia in zona rossa verosimilmente fino a domenica 11 aprile. È quello dell’incidenza settimanale dei contagi, 318 dal 15 al 21 marzo, ancora ampiamente sopra quei 250 casi ogni 100.000 abitanti che nell’ultimo decreto governativo sono diventati il limite oltre il quale le restrizioni da lockdown si applicano automaticamente. E dunque non basta al Fvg registrare un Rt ridotto rispetto al monitoraggio precedente, da 1,42 a 1,23, sotto il parametro di 1,25 che segna rosso.

In un contesto in cui preoccupano anche l’occupazione posti letto Covid (salita dal 44% al 47% nelle terapie intensive e dal 42% al 49% nelle aree mediche), aumentano i focolai attivi (da 1.490 a 1.656), diminuiscono i nuovi focolai (da 772 a 669) e il rapporto positivi/tamponi (dal 16,6% al 16%), il dato dell’incidenza porterà oggi il ministro della Salute Roberto Speranza a firmare un’ordinanza di proroga della zona con maggiori restrizioni. Quello che andrà verificato è la durata del provvedimento. Solitamente Roma prevede che per venire riclassificati si debba restare per non meno di 14 giorni «in un livello di rischio o scenario inferiore a quello che ha determinato le misure restrittive». In quel caso si arriverebbe almeno fino all’11 aprile sempre con bar, ristoranti e negozi chiusi, oltre a spostamenti consentiti solo per lavoro, salute e stretta necessità. Ma il periodo è particolare, il 6 aprile scade il Dcpm, e dunque si attendono le decisioni del governo sull’incastro delle date e su come tentare di convivere con il virus in un mese, il prossimo, che dovrebbe vedere finalmente decollare la campagna vaccinale.

Secondo Massimiliano Fedriga è in ogni caso il momento di «fare una riflessione, cercando di andare verso una stagione di riaperture». Il presidente della Regione chiarisce che non si può e non si deve aprire tutto subito, ma che serve appunto un piano perché altrimenti, «oltre a penalizzare lavoro ed economia, il rischio è di non tutelare nemmeno la salute: sto vedendo che queste aree di restrizione oggi sono sopportate malissimo dai cittadini», che a differenza del marzo dell'anno scorso «cercano le pieghe per superare quei limiti». Il suggerimento è anche di mettere a punto uno studio che consenta di «vedere la pericolosità delle diverse situazioni, perché ho l'impressione che stiamo tenendo chiuse delle attività che in realtà non aumentano il rischio». Quanto alle scuole, Fedriga conferma, pur con prudenza, la disponibilità a riportare in classe infanzia e primarie: «Vediamo se dopo Pasqua perlomeno si potrà riaprire per i più piccoli».

Nel bollettino di giornata i nuovi contagi sono 842, la somma tra i 561 emersi da tamponi molecolari (su 5.649, 9,93%) e i 281 da test antigenici (su 3.177, 8,84%). Il rapporto sul totale dei controlli (8.826) è del 9,54%, quello più significativo sui casi testati risale al 23%. Ad aver contratto il virus sono stati sin qui 94.212 cittadini, di cui 45.409 in provincia di Udine (+410), 18.777 a Pordenone (+106), 17.576 a Trieste (+197), 11.397 a Gorizia (+117) e 1.053 di fuori regione (+12). Nelle case di riposo si contano sette positivi tra gli ospiti, cinque tra gli operatori, nel Ssr altri sei tra i dipendenti, di cui uno in Asugi. La curva prosegue la discesa (-12, 2% nel confronto tra gli ultimi sette giorni e quelli precedenti), con incidenza del Fvg sulla popolazione scesa a 410 casi ogni 100.000 abitanti. Segnali positivi, ma i numeri sono comunque ancora molto alti: la nostra regione ha l’incidenza più alta d’Italia, come pure Udine (494) e Gorizia (481), prima e seconda tra le province. E c’è ancora il triste primato sui decessi (10,2/100.000 negli ultimi sette giorni). Con 13 morti sulle 24 ore il totale è di 3.199: 1.661 a Udine (+6), 691 a Trieste (+2), 627 a Pordenone (+2) e 220 a Gorizia (+3). Si svuotano almeno un po’ le terapie intensive (78, -2), ma salgono ancora i posti occupati nelle aree mediche (645, +11). Gli attualmente positivi sono 15.968 (+772), i totalmente guariti 71.837 (+1.512), i clinicamente guariti 3.208 (+89), gli isolamenti 15.245 (-781). —
 

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