Il giallo dei due coniugi morti a Fiume

Donna senza vita nello scantinato di casa: trovato cadavere il marito che la polizia cercava da giorni. Suicidio o overdose
Di Andrea Marsanich

FIUME. Il corpo senza vita è stato avvistato da un drone, messo a disposizione della polizia da parte della sezione fiumana del Soccorso alpino. L'uomo giaceva in un'area impervia, in prossimità di via Santa Croce, nel rione di Vezica superiore a Fiume e dove nessuno passa mai perché difficilissima da praticare, scoscesa, con tanti massi, fitti cespugli e alberelli. Ben presto si è capito che il cadavere appartiene al 36enne Ž. M., il marito di O. M., trovata morta martedì scorso in un ripostiglio del grattacielo di via Andrija Peruc 2, nel quartiere fiumano di Vezica inferiore.

Un epilogo tragico per i due coniugi, dediti all'alcol e alla droga, che lasciano un bambino di pochi anni, affidato alla nonna materna. Da rilevare che Ondina aveva avuto un figlio dal primo matrimonio, dopo di che aveva divorziato, risposandosi con Ž. Una storia sofferta la loro, con litigi, scenate e denunce scattate nei confronti della coppia per violazioni della legge sui rapporti familiari. Martedì era stata un'inquilina a capire che qualcosa non quadrava quando aveva tentato di aprire la porta del ripostiglio, chiusa e con la chiave spezzata nella serratura. Ondina, così l'autopsia, era deceduta per uso letale di sostanze stupefacenti. La polizia si era messa subito alla ricerca del consorte, che sembrava svanito nel nulla. Gli sforzi degli agenti si erano concentrati in due zone: Karlovac e dintorni, zona nativa di Ž., e nella cinta collinare di Fiume. Nel comunicato diffuso ieri dalle forze dell'ordine, si rileva che la morte del 36enne non è stata causata da omicidio. Due le ipotesi rimaste in piedi: suicidio o molto più probabilmente un'altra morte causata da overdose.

Infatti, a poca distanza dal corpo di Ž. c'erano molte scatole vuote di pastiglie e una bottiglia di superalcolico. Si presume che appartenessero all'uomo, fuggito dalle forze dell'ordine e andato a nascondersi nelle immediate vicinanze di un bunker, laddove è stato anche trovato dopo tre giorni di ricerche. Un giallo dunque le due morti, episodio di cui si parla tantissimo a Fiume e non solo. Purtroppo gli inquirenti potranno scoprire poco o nulla dopo la tragica conclusione della vicenda. Si era sperato che Ž. potesse dire qualcosa di concreto sulle ultime ore di vita della sua O., spiegare cos'era successo e perché era scappato invece di mettersi subito a disposizione di polizia e magistrato. Certo è che agenti e appartenenti al Soccorso alpino avevano messo in moto una grande azione di ricerca, con l'opinione pubblica in spasmodica attesa di sapere i perché di una storia finita così male. Ora si attendono i risultati dell'esame autoptico sul corpo di Ž. M. per capire la causa della morte. Aggiungiamo che l'area nelle vicinanze di via Santa Croce è stata presa in considerazione dagli inquirenti perché era lì che la polizia aveva localizzato il segnale diffuso dal cellulare dell'uomo.

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