Il grillo del Lisert diventa “star” nazionale

Le zone industriali del Lisert sotto scacco ambientale per la presenza del Grillo Zaunerino detto Zauneriana Marmorata ma anche delle altre specie (dalla Moretta Tabaccata allo Svasso Cornuto fino al Falco di Palude) diventano un caso nazionale e vanno sotto i riflettori della stampa e dei media nazionali.
Pochi giorni fa, sabato primo aprile (e non era uno scherzo) il Corriere della sera ha addirittura dedicato una pagina intera nelle cronache sulla storia che sta facendo discutere. “La battaglia della cavalletta” titolava il quotidiano spiegando che molti esperti ritengono questo grillo in realtà una cavalletta, pur sempre rara e tutelata. Permesso negato alla società Adriastrade per un insetto, era il sottotitolo. E nell’articolo, ben spiegava il giornalista Agostino Gramigna, la vicenda tratta dalle pagine de Il Piccolo che vede da un lato gli interessi industriali e dall’altro gli ambientalisti che puntano a ribaltare la destinazione d’uso di terreni classificati come industriali ma che negli anni, per inutilizzo, si sono rinaturalizzati. Uno stop arrivato dalla Regione che spiega che i lavori lo disturbano come conferma la stessa assessore all’Ambiente Sara Vito. Ieri mattina una nuova ribalta nazionale, stavolta una troupe di Mediaset, con un giornalista di Canale 5, che, pensando in realtà di trovarsi nella situazione della trasmissione “scherzi a parte” è arrivata a Monfalcone. Prima alcune interviste nella sede del Consorzio per lo sviluppo industriale, poi una visita alle aree interessate dalla vicenda. Perché da una parte c’è il Consorzio che ha venduto l’area, circa 20mila metri quadrati, all’Adriastrade che ha il capannone a fianco, per un ampliamento e per utilizzo industriale come recitano le carte. Ma che ora viene messo in discussione addirittura dalla Regione, direzione Ambiente. Un terreno venduto con un «vizio» accusa Adriastrade che vorrebbe restituirlo al Csim vedendosi rimborsato l’investimento. La storia in realtà fa ridere solo all’inizio e come dimostrano varie prese di posizione e “no” eclatanti, come quello che è arrivato dal ministero dell’Ambiente al progetto di SmartGas in porto, fa emergere una questione molto pesante. Una spada di Damocle che pende sui territori indicati a vocazione industriale del monfalconese e se così è sono a rischio futuro industriale e soprattutto l’arrivo di nuovi investimenti. (g.g.)
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