Il ministero su A2A: la revisione dell’Aia non è automatica

Imminente la convocazione della Conferenza dei servizi per esaminare l’iter relativo al via libera legata alla realizzazione dei “Denox”, gli impianti di denitrificazione finalizzati all’abbattimento degli ossidi di azoto nell’ambito del completamento del processo di “ambientalizzazione” della centrale di Monfalcone. Acquisiti infatti tutti i pareri dagli enti locali, è ormai questione di settimane per passare alla fase finale dell’operazione. Ma i funzionari del ministero dell’Ambiente, che hanno ricevuto il sindaco Silvia Altran, hanno fornito risposte anche in merito all’attuale Autorizzazione integrata ambientale (Aia), rilasciata nel 2009 e in scadenza nel 2017, e alla possibilità di richiederne la riapertura. Allo stato degli atti, non sembrano sussistere i presupposti di legge necessari per poter procedere alla revisione dell’Aia vigente, che rimane valida. I funzionari del ministero hanno fatto riferimento alla normativa in materia, che contempla una serie specifica di condizioni necessarie per procedere con la riapertura dell’Autorizzazione integrata ambientale. Eventi particolari, come l’insorgere di fenomeni inquinanti che comportino il superamento dei limiti per le emissioni fissati dalla normartiva, oppure un aggiornamento ulteriore in fatto di migliori tecnologie disponibili, richiedendone la relativa adozione. È una materia complessa, ma, insomma, si tratta di una “casistica” di circostanze e condizioni nella quale la centrale termoelettrica di Monfalcone non rientra.
Il riferimento è, in particolare, in ordine allo studio commissionato da Enel-Elettrogen e depositato nel 2001 in Comune e presso gli altri enti locali e sovraordinati preposti, eseguito con l’utilizzo dei licheni bioindicatori sulla presenza dei metalli pesanti nel territorio monfalconese, dal quale erano emersi valori preoccupanti. Sulla scorta di questa indagine, è stato presentato peraltro un esposto alla Procura di Gorizia, da parte del consigliere comunale di opposizione Anna Maria Cisint (Obiettivo), al fine di verificare il reale stato di inquinamento in riferimento alle emissioni della centrale. Lo studio con l’utilizzo dei licheni, è stato in sostanza spiegato al sindaco, non può essere considerato “congruo” non riconducendo in modo diretto e specifico la presenza di inquinamento da metalli pesanti rilevata all’impianto termoelettrico. La Altran ha voluto esprimere su tutto le preoccupazioni della popolazione, sotto il profilo della tutela della salute pubblica e della salvaguardia ambientale, chiedendo ai funzionari se il Comune di Monfalcone abbia interpretato e applicato correttamente le procedure di competenza in merito alla centrale, ricevendo una risposta positiva. Il sindaco ha quindi osservato: «I funzionari del ministero dell’Ambiente mi hanno assicurato che stanno seguendo con molta attenzione la nostra situazione e le procedure relative alla centrale. Hanno spiegato di essere al corrente di tutti gli aspetti e i passi che si stanno compiendo. Hanno quindi confermato che si sta procedendo seguendo correttamente la normativa vigente. Attualmente - ha continuato - è in corso l’iter per la realizzazione dei “Denox”, per i quali a breve, mi è stato riferito, sarà convocata la Conferenza dei servizi». La Altran ha concluso: «Per quanto riguarda l’Aia vigente ad oggi, secondo quanto hanno spiegato i funzionari del ministero, non risultano pervenute segnalazioni rientranti nei requisiti di legge per poter richiederne la revisione, fatta salva la procedura per i “Denox” in corso. Ciò non toglie che le indagini predisposte dalla Regione, come per qualsiasi altra verifica seria e attendibile messa in atto, siano sicuramente utili e importanti».
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