«Il mio cliente vive fuori dalla realtà»

Dice di sentire voci strane; chiede di sapere come sta il suo amico Giovanni Novacco e se per caso è stato già dimesso dall’ospedale. Ecco perché chiederò che Giuseppe Console sia sottoposto a perizia psichiatrica. Non sono un medico, non ho gli strumenti per capire se il suo disagio è reale o se sta mentendo. Ma come difensore devo però pormi questa domanda e agire di conseguenza».
Lo ha dichiarato ieri l’avvocato Nicoletta Menosso che assieme al collega Pieraurelio Cicuttini ha assunto la difesa del principale protagonista del delitto di Gretta. Giuseppe Console è rinchiuso nel carcere di Gorizia e non ha ancora potuto incontrare la madre. La richiesta di colloquio è stata presentata ieri al pm Massimo De Bortoli ed è probabile che venga accolta nei prossimi giorni. «E’ inquietante ciò che il mio assistito ha dichiarato più volte: continua a parlare di Novacco indicandolo come un dei suoi amici» ha aggiunto l’avvocato Menosso. Pochi giorni fa non aveva fatto mistero che «Giuseppe Console non vive nella realtà, ma da quanto possiamo comprendere, in una sorta di sogno. Serve una perizia psichiatrica. E’ turbato e il suo stato sembra aggravarsi. In un primo momento sapeva di cosa era accusato: ora non credo si possa dire altrettanto».
Ieri all’uscita dall’udienza in cui era stato effettuato il prelievo dei Dna dei tre indagati, Console ha salutato nel corridoio con un fragoroso “ciao”, Alessandro Cavalli. Un saluto cordiale, amichevole ma anche del tutto inatteso dal coindagato per omicidio. Cavalli infatti non ha risposto e si è fatto portare via verso la sua cella del Coroneo dagli agenti della polizia penitenziaria. Certo è che è sta profondamente mutando il quadro all’interno del quale Giuseppe Console si sta dibattendo. Ha revocato il mandato al primo difensore, ne ha scelti due nuovi, ha dimostrato di avere rapporti problematici con le regole del carcere di Gorizia, ha cercato di impiccarsi usando le lenzuola della branda.
Questo dibattersi - vero o falso che sia - ha comunque avuto un effetto: nel dubbio il presidente del gip Raffaele Morvay ha incaricato lo psichiatra Benedetto Capodieci di sottoporre a una serie di visite il giovane detenuto nell’ambito di un “accertamento informale” per capire se sia preferibile per la sua salute psichica, la carcerazione vera e propria o il ricovero in un manicomio giudiziale.
Non sfugge a nessuno che Giuseppe Console, o meglio i suoi difensori, con queste premesse potranno cercare di ottenere in sede dibattimentale, per lo meno l’attenuante della seminfermità mentale. Per l’imputato significherebbe sfuggire all’annunciato ergastolo.
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