Il museo della Dreher “rinchiuso” nelle cantine Boccali, foto, menu in cerca di una nuova casa

IL CASOOltre mille singoli pezzi impacchettati in degli scatoloni reclusi in un paio di cantine. Amaro destino per la grande collezione di oggetti del museo della Dreher che ha dovuto chiudere i...
Lasorte Trieste 10/12/09 - Via Valdirivo 41, Museo Birra Dreher
Lasorte Trieste 10/12/09 - Via Valdirivo 41, Museo Birra Dreher

IL CASO



Oltre mille singoli pezzi impacchettati in degli scatoloni reclusi in un paio di cantine. Amaro destino per la grande collezione di oggetti del museo della Dreher che ha dovuto chiudere i battenti. L’ex curatore della collezione lancia l’appello: «Chiediamo aiuto alle istituzioni o ai privati per poter riesporre un pezzo di storia e di cultura della città». Il museo venne inaugurato in sordina nel 2009 in via Torrebianca grazie al contributo di numerosi appassionati ed ex dipendenti che decisero di donare oppure lasciare in comodato d’uso pezzi unici e rari. Al suo interno si poteva trovare di tutto. Boccali, menù storici, porta-panini, piatti, posacenere, bicchieri e sottobicchieri. Ma anche documenti, stampe e fotografie d’epoca.

Qualcuno aveva deciso di regalare anche le proprie divise di lavoro. Una risalente agli anni Cinquanta realizzata con un pesante tessuto termico indispensabile per poter lavorare all’interno delle celle frigorifere. Camminando tra le sale era possibile vedere la postazione di timbratura del cartellino dei dipendenti, tutta fatta in legno e peraltro ancora perfettamente funzionante, risalente con ogni probabilità ai primi anni del Novecento. Oppure oggetti più piccoli, come una medaglia commemorativa coniata per i primi 25 anni di produzione della birra. Nelle bacheche si celava un mondo a sé: libri cassa, tappi, apribottiglie, una fattura del 1881, buste, lettere e perfino un 45 giri con le musiche di un vecchio carosello pubblicitario della Dreher. Immancabile, ovviamente, la collezione di boccali di dimensioni e forme diverse.

La fabbrica della Dreher di via Giulia aprì nel 1865 e fu chiusa nel 1976. Rimase operativa la birreria, sino al 1981: il materiale che era stato raccolto nel museo era una piccola preziosissima parte di quanto rimasto di quell’esperienza, un patrimonio di grandissimo valore per la città di Trieste. Le sale di via Torrebianca, però, sono da tempo chiuse al pubblico. Anche perché le promesse di trovare degli spazi idonei non sono state mantenute. «Ricevemmo diversi plausi per la nostra iniziativa. Ricordo soprattutto l’entusiasmo dell’allora presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat. Con altri personaggi politici di allora si era parlato di poter spostare tutto il materiale del nostro museo in una sede consona all’importanza di questo patrimonio storico, ipotizzando via dei Tominz oppure un museo che avrebbe dovuto raccontare tutta la storia dell’industria triestina che, negli anni a seguire, avrebbe potuto essere realizzato in un palazzo storico da riqualificare», racconta Paolo La Rose, ex curatore del museo e custode di gran parte del materiale storico della Dreher. Insomma, il messaggio è chiaro: il materiale che giace nelle cantine non può continuare a rimanere inaccessibile al pubblico. Da qui l’appello. «Se qualcuno volesse darci una mano siamo disponibili a discuterne – conclude La Rose –. C’è un inestimabile patrimonio storico-culturale della nostra città che attende di tornare alla luce». —



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