Il Narodni dom torna alla comunità slovena

Mattarella fissa al 13 luglio la data della cerimonia di restituzione dell’edificio di Fabiani a cent’anni dal rogo fascista
Lasorte Trieste 03/07/18 - Via Filzi, Università, Scuola Interpreti e Traduttori, Narodni Dom
Lasorte Trieste 03/07/18 - Via Filzi, Università, Scuola Interpreti e Traduttori, Narodni Dom



La Casa del popolo (Narodni dom) di via Filzi torna al popolo, sloveno. I capi di Stato di Italia e Slovenia, in vista del loro incontro a Trieste della prossima estate, hanno fissato per il 13 luglio prossimo la cerimonia di restituzione del Narodni dom di Trieste alla minoranza. Una data simbolica: l’edificio della comunità slovena venne dato alle fiamme dai fascisti cento anni fa, il 13 luglio 1920.

La notizia è stata diffusa ieri da un comunicato dell'ufficio del presidente sloveno Borut Pahor. La scelta della data è stata comunicata dal presidente Sergio Mattarella nel corso di un incontro a margine delle cerimonie per la Giornata internazionale della memoria dell'Olocausto a Gerusalemme. Pahor e Mattarella hanno parlato delle ottime relazioni bilaterali e dei forti legami sul piano politico, economico e culturale, e delle amichevoli relazioni. La restituzione del Narodni dom rientra in quest'ottica.

Un processo che parte da lontano. La restituzione dell’edificio di Max Fabiani, attualmente sede dalla Scuola interpreti dell’Università di Trieste, era prevista dalla legge 38 di tutela della minoranza del 23 febbraio 2001, a parziale indennizzo di quanto subito durante la dittatura fascista. Il passaggio di proprietà, che avverrà simbolicamente il 13 luglio prossimo nel centenario del rogo, richiederà però qualche tempo per realizzarsi sul piano pratico. «È la legge che ci chiede di restituire il Narodni dom, ma a gran voce ce lo chiede la storia. L’Università porta sempre un messaggio di pace e unione: oggi abbiamo tagliato il nastro per il passaggio di due stanze della Scuola alla comunità slovena, ma per andare fino in fondo serve un intervento superiore», annunciò il 13 luglio scorso l’ex rettore dell’ateneo giuliano Maurizio Fermeglia. La Scuola interpreti dovrebbe traslocare in via dell’Università 7 una volta recuperato il vecchio edificio della Facoltà di Lettere e filosofia per il quale sarebbero disponibili 14 milioni di euro.

Il nuovo futuro del Narodni dom è invece tutto da scrivere. Le associazioni slovene vorrebbero destinare la Casa del popolo al Centro musicale e alla Biblioteca nazionale, oltre a un centro che valorizzi plurilinguismo e multiculturalità, accogliendo anche realtà rappresentative degli altri gruppi nazionali centroeuropei storicamente presenti a Trieste.

Un secolo fa, invece, negli spazi di via Filzi c’erano l’Hotel Balkan, due ristoranti, un bar, un teatro, una scuola di musica, una palestra, una banca, una sala lettura, la redazione del quotidiano Edinost, uffici e appartamenti. Dopo il rogo del 1920 il Narodni dom fu trasformato nell’hotel Regina nel 1927. Nel 1976 fu rilevato dalla Regione Friuli Venezia Giulia che successivamente cedette il palazzo all’Università di Trieste per dare una sede alla Scuola interpreti. —



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