Il Paolino d’Aquileia chiude Resta il nodo “immaturi”

Dopo 33 anni di lezioni cala il sipario sul liceo linguistico europeo paritario I due bocciati della quinta per diplomarsi dovranno scegliere un altro istituto
Bumbaca Gorizia 27.07.2019 Liceo Paolino © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 27.07.2019 Liceo Paolino © Fotografia di Pierluigi Bumbaca



Al Liceo Linguistico europeo “Paolino d’Aquileia”, preside e insegnanti speravano di terminare in bellezza una “storia” scolastica durata 33 anni (durante i quali l’istituto superiore paritario di via Seminario aveva brillato per una preparazione di prim’ordine fornita agli studenti), ma il piccolo sogno non si è realizzato. Dei nove ragazzi che hanno frequentato l’indirizzo scientifico con progetto sportivo, allievi dell’ultima classe “sopravvissuta” alla decisione di chiudere la scuola maturata già a partire dal 2014 (dopo la drastica riduzione dei contributi alle famiglie degli alunni degli istituti paritari da parte della Regione), due, infatti, non hanno superato la prova.

«Il sipario – commenta il preside, don Giorgio Giordani – è calato così in modo un po’ spiacevole: alle famiglie dei due giovani abbiamo suggerito di far ripetere l’anno al Liceo Scientifico “Duca degli Abruzzi”, la soluzione più semplice. Ritengo tuttavia che questo mancato en plein si sia inserito in un momento non particolarmente positivo per quel che riguarda l’istruzione, anche alla luce dei recenti dati in base ai quali due alunni su tre delle scuole italiane non sono in grado di interpretare un testo, quel fenomeno ormai noto come analfabetismo funzionale. Personalmente, sono rimasto colpito dal risultato di una classe prima dell’Iti Galilei, dove su 15 allievi ne sono stati bocciati ben 10».

Si parlerà anche di questo – oltre al piacere di rivedersi per una simpatica rimpatriata -, in due incontri con gli ex alunni che la dirigenza del Paolino (che chiuderà ufficialmente i battenti il 31 agosto, data in cui termina l’anno scolastico) intende promuovere per il prossimo ottobre. Saranno insomma, due momenti non solo di allegria, ma anche di riflessione.

Chiuso il Paolino, è finita anche l’esperienza nella nostra città del Ciels, la scuola superiore per mediatori linguistici che nell’anno scolastico 2018-2019, dopo l’abbandono della prestigiosa sede di villa Ritter, aveva trovato posto in quattro aule del settecentesco edificio di via Seminario con gli studenti dell’ultimo anno.

Per quel che riguarda l’utilizzo futuro degli spazi del “Paolino” rimasti vuoti, i progetti sono decisamente interessanti anche se – si affretta a precisare l’economo della Curia, nonché parroco dell’Unità pastorale del Sacro Cuore e di San Giusto, don Stefano Goina – i tempi non saranno brevissimi. L’idea è quella di dar vita a un vero e proprio polo culturale, previa l’effettuazione di lavori di ristrutturazione per i quali sono già stati ottenuti finanziamenti da parte della Cei (Conferenza episcopale italiana) e della Regione. Si parla di un prestigioso centro, imperniato sulla splendida biblioteca già esistente al secondo piano, dotata di 1.200 volumi con ricche collezioni e 17 preziosi incunaboli. A essa sarà affiancato l’archivio diocesano, ora custodito nel palazzo arcivescovile, oltre a vari uffici. —



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