Il Piano regolatore di Muggia rianima la guerra dei tralicci

Tra i ricorsi al Tar contro lo strumento urbanistico entrato in vigore in estate c’è quello del gestore di antenne a Santa Barbara cassate d’ufficio dalla Regione
Di Riccardo Tosques

MUGGIA. Due ricorsi al Tar contro il nuovo Piano regolatore di Muggia. Questo il bilancio dei “contestatori” del nuovo strumento urbanistico entrato in vigore a giugno. Soddisfatta Laura Marzi: «È un Piano regolatore ecologico teso alla tutela del proprio territorio e dei cittadini che lo devono vivere. La presentazione di soli due ricorsi è un record e conferma come sia stato un piano condiviso dalla comunità». Il primo ricorso, che ha impugnato il decreto del presidente della giunta regionale pubblicato sul Bur il 29 giugno con cui era stata dichiarata l’esecutibilità della Variante 31, è stato presentato dalla Monte Barbaria srl. Specializzata nel trasmettere via etere segnali, grazie a tralicci e siti di trasmissione dislocati fra Veneto, Fvg e Lombardia, a Muggia è nota per la gestione del traliccio sul Monte Castellier, a Santa Barbara. Dopo l’avvenuta approvazione del Piano regolatore, la Regione ha introdotto d’ufficio una modifica - «peraltro non voluta dal Comune di Muggia», fa sapere lo stesso Comune - con cui è stato di fatto tolto il punto di delocalizzazione previsto a Santa Barbara, proprio dove la società ricorrente aveva nel frattempo realizzato il proprio traliccio. Di fatto quindi l’impianto di Monte Castellier è stato posto sullo stesso piano di quelli esistenti e da delocalizzare a Chiampore, impedendo così alla società qualsiasi intervento che non sia di mera manutenzione. Da qui dunque il ricorso da parte della società nei confronti del Comune di Muggia.

Il secondo ricorso è quello invece di un privato, E.N., proprietario di un terreno vicino al Bosco dell’Arciduca. È relativo ad una zona edificabile di espansione C prevista nel precedente Prg che, come tutte le altre aree di espansione C prive di piani attuativi comunali approvati o adottati, è stata riportata agli usi agricoli. «Una scelta derivante da un’attenzione alla limitazione del consumo del suolo e alla valorizzazione del territorio, scelta che ha coinvolto tutto il territorio muggesano», puntualizza il sindaco Marzi. Nel contenimento della residenza, il nuovo Prg non ha comunque tolto capacità edificatoria ai piccoli proprietari. Sono state confermate di fatto le zone agricole già previste nel precedente piano che sono state incrementate attraverso la cancellazione di alcune zone di espansione, previste e non realizzate. Alcuni volumi previsti ma non ancora attuati sono invece stati trasferiti da alcune zone di pregio a zone contigue, nell’ottica di una riqualificazione funzionale, come nel caso di Monte San Giovanni. «La fase partecipativa per realizzare questo Prg non è stata un vuoto esercizio di democrazia in chiave populista, ma una grande opportunità di apprendimento reciproco finalizzato a creare delle sinergie tra le conoscenze proprie dei tecnici e degli amministratori e la conoscenza diffusa dei cittadini che a Muggia vivono e fruiscono del territorio», ricorda Marzi, promotrice del Prg in qualità di ex assessore all'Urbanistica durante il secondo mandato Nesladek: «L’obbiettivo era quello di raccogliere le indicazioni dei cittadini, al fine di operare scelte che fossero frutto di un ampio e sistematico confronto in modo da andare incontro alle esigenze specifiche e reali della cittadinanza».

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