Il polo D’Annunzio-Fabiani ha sfornato 15 ragazzi da 100

Sono 14 studenti della scuola di via Brass e uno dello storico istituto d’arte Per loro la scelta è quella di proseguire gli studi nei diversi indirizzi universitari



Che quella 2020 sia stata una Maturità diversa da tutte le altre, non lo scopriamo certo oggi. Diversa fin dalla marcia di avvicinamento, con la didattica a distanza, e diversa nella sostanza, con un’unica prova orale a racchiudere l’intero esame. Ma è stata diversa anche per qualche piccolo grande record, come il numero di “cento” che a Gorizia ha toccato la quota più alta al polo formato da Itas D’Annunzio e da liceo artistico Fabiani: ben 15, di cui quattordici nella grande e popolosa scuola di via Brass e 1 nello storico istituto d’arte che ha trascorso l’ultimo anno in “trasferta” negli spazi dell’ex “Pacassi” di via Vittorio Veneto.

Oggi iniziamo a raccontare una parte dei volti e dei nomi dei bravissimi del D’Annunzio, a partire da quelli dell’indirizzo Linguistico. Anzi, da quelle, visto che sono tutte ragazze le tre diplomate con il massimo dei voti in 5 All: Lisa Mlakar, Aurora Soldat e Sara Vitale. «Il segreto di questo risultato, che ammetto mi ha un po’ sorpreso? – chiede Lisa – C’è un po’ di tutto onestamente, a partire dall’impegno di tutti questi anni, per arrivare anche ad un pizzico di fortuna, che ci vuole sempre». La diplomata eccellente non ha programmi particolari per l’estate, se non tanto meritato relax, prima di tuffarsi nella nuova avventura sui libri a Trieste, dove dall’autunno studierà Giurisprudenza. Più lontano da casa sarà invece il futuro della sua compagna Aurora Soldat, che ha scelto di studiare Economia a Trento. «Al di là della qualità dell’ateneo, desideravo vivere un’esperienza autonoma fuori casa, per crescere anche dal punto di vista umano», racconta lei, che sente di dedicare il 100 anche ai docenti che l’hanno seguita in questi 5 anni. Lo stesso pensiero anche di Sara Vitale, che include nella dedica speciale pure la famiglia, il fidanzato e tutti gli amici più cari. «Al momento non ho ancora deciso cosa studierò, ma sicuramente andrò all’università – confida Sara –. Sono un po’ indecisa tra Chimica e Fisica, e mi sto documentando a dovere proprio in queste settimane».

È invece un’atleta, oltre che una brillante studentessa, l’unico 100 dell’indirizzo Ambientale – Chimica e materiali. Anna Kaucic è una talentuosa discobola dell’Atletica Gorizia, seppur ferma per infortunio da qualche tempo. «Il mio obiettivo è ancora quello di tornare alle gare, ma intanto da qualche anno seguo anche i bambini del vivaio della mia società, e mi piace molto – dice Anna –. Per ciò che riguarda il mio domani, invece, mi tengo aperte più strade: potrei diventare ostetrica, ma anche studiare Scienze della formazione, visto la mia passione per l’insegnamento, o invece Chimica. Vedremo». Dalle pedane alla vasca, incontriamo un altro “centista” medagliato all’indirizzo Biologico sanitario del “D’Annunzio”: è Cristian Teatino, che gareggia per la Gorizia Nuoto (è stato anche campione regionale giovanile nei 50 farfalla), e sogna di entrare a Medicina. In attesa del test – «mi aspetta un’estate piuttosto impegnativa sui libri», scherza lui – negli anni scorsi ha vissuto un’esperienza di alternanza scuola lavoro con l’associazione “La Salute” di Lucinico, che di certo gli tornerà utile in futuro. Come lui ha preso 100 anche la compagna di classe Roberta Ungaro, che pensa ad un futuro da logopedista. «Mi lascio alle spalle cinque anni difficili ma anche bellissimi al D’Annunzio, dove ho trovato tanti amici e docenti che mi hanno formata e sostenuta – racconta –. L’unico piccolo rammarico è per come è finita quest’esperienza, a causa della pandemia».

Stesso indirizzo ma altra sezione, la “B”, pure per Martina Tambarin e Jacopo Vecchiet, altri diplomati eccellenti in via Brass. Martina, che non credeva di riuscire a centrare davvero il 100, ma ha visto ripagati poi tutti i suoi sforzi, ha le idee chiare per il futuro, ispirandosi ai suoi genitori. «Entrambi lavorano in ambito sanitario, e mi hanno trasmesso questa passione, facendomi capire quanto vale il sorriso di un paziente che riceve un aiuto – dice –. Così sogno di entrare alla facoltà di Fisioterapia, e diventare una professionista in questo campo». Possibile che si ritrovi sui banchi dell’università proprio assieme al compagno di classe Jacopo, pure lui affascinato da fisioterapia. Anche se per lui il futuro più lontano potrebbe essere magari oltreoceano. «Ho studiato per un anno negli Stati Uniti, nello Utah, ed è stata l’esperienza più bella della mia vita – racconta –. Se un domani ci sarà la possibilità di lavorare anche all’estero, la prenderò in considerazione. Amo molto anche lo sport, ed allora chissà che io non possa specializzarmi proprio come fisioterapista in quest’ambito».—

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