Il porto invaso dai veneziani la storia rivivrà 600 anni dopo

Cervignano, evento ideato per la prima volta dall’associazione Ricerche e risorse Il 26 maggio saranno ricordate le tappe dello sbarco nel 1418 con gli esperti
Bonaventura Monfalcone-14.05.2018 Aussa Corno-Cervignano-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-14.05.2018 Aussa Corno-Cervignano-foto di Katia Bonaventura

CERVIGNANO. Il capoluogo della Bassa ricorda l’arrivo dei veneziani, 600 anni fa, nel porto di Cervignano. Per la prima volta, grazie all’associazione Ricerche e Risorse di Aiello, in collaborazione con Cervignano Nostra, i cittadini, il 26 maggio, potranno rivivere lo storico evento, che ha cambiato la storia del Friuli e anche di Cervignano.

«Seicento anni fa – spiega Antonio Rossetti, storico cervignanese – tremila soldati veneziani agli ordini di Dolfino Veniero, imbarcati su un centinaio di natanti dotati di sessanta pezzi di artiglieria, risalirono il fiume Ausa e sbarcarono di sorpresa a Cervignano per impadronirsi di Aquileia e del territorio circostante. Di sicuro, tuttavia, si può affermare che l’atto di guerra fu di grande importanza storica per la Repubblica di Venezia, per le sorti del Patriarcato di Aquileia e per la vita di Cervignano. Esso, infatti, rientrava nella grande campagna militare veneziana di conquista del Patriarcato, che si sarebbe conclusa due anni dopo, nel 1420, con la caduta della plurisecolare istituzione ecclesiastica friulana».

Alle 10.30, nella sala riunioni della Banca di Credito Cooperativo, in piazza Indipendenza, è previsto l’intervento di alcuni storici. Attorno alle 11.30, invece, ci sarà il trasferimento lungo le rive del fiume Ausa per ulteriori approfondimenti. «Lo sbarco a Cervignano – aggiunge Rossetti – fu deciso per operare in sinergia con il contingente di truppe di terra, che aveva lo stesso obiettivo: la presa di Aquileia. L’azione per via fluviale non fu casuale ma mirata alla conquista di Cervignano, della strada per Aquileia e del ponte sull’Ausa, che rappresentava il solo accesso diretto ad Aquileia e a quella che allora si chiamava “l’isola di Cervignano”. In quell’anno, Cervignano era un borgo fortificato medioevale di alcune centinaia di abitanti, dediti prevalentemente all’agricoltura. Disponeva di un proprio vessillo comunale, di due chiese, di una piazza, di una locanda, di due mulini e perfino di case a più piani. Era già allora il centro di riferimento dei paesi circostanti».

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