Il presidente del Consiglio provinciale: «La Regione vuole zittire gli sloveni»

Vidali: "Province rivisitate, cancellata la rappresentanza della comunità. Da Serracchiani più danni per la minoranza che in 40 anni di Destra"
Lasorte Trieste 20/06/11 - Provincia, Nuovo Presidente del Consiglio provinciale, Maurizio Vidali
Lasorte Trieste 20/06/11 - Provincia, Nuovo Presidente del Consiglio provinciale, Maurizio Vidali

«La giunta Serracchiani sta recando più danni alla comunità slovena di quanto fatto in quarant’anni dalla Destra a Trieste». Lo sfogo amaro (e inaspettato) arriva da Maurizio Vidali, presidente del Consiglio provinciale triestino, eletto a Palazzo Galatti con i voti della Slovenska skupnost-Unione slovena. L'esternazione del “presidente operaio” (Vidali lavora alla cartiera Burgo) arriva dinanzi alla consolidata posizione sull'abolizione delle Province e alla legge ordinaria regionale per trasformare le Province stesse in un organo non eletto dal popolo promossa da Serracchiani.

«La conseguenza di questa logica senza logica è che la rappresentanza della minoranza slovena verrà spazzata via, nonostante vi siano leggi nazionali e internazionali che ne garantiscono da anni la tutela», tuona Vidali. Il tema maggiormente contestato dal presidente del Consiglio provinciale triestino è il passaggio delle Province ad entità a elezione indiretta: «Così facendo non si effettuerà alcun vero taglio alla spesa pubblica, ma avremo i consiglieri comunali di area vasta che assieme ai sindaci nomineranno i rappresentanti seguendo i dettami dei partiti, abolendo così l'elezione diretta da parte dei cittadini: più che abolire le Province, Serracchiani vuole abolire proprio la democrazia». E a subire in prima battuta gli effetti più negativi di tale riforma sarebbe proprio la minoranza slovena «la cui rappresentatività politica rischierà di scomparire con tutto ciò che ciò poi comporterebbe sul piano sociale e culturale». Vidali fa un esempio concreto: «Attualmente a Trieste ci sono sette sloveni in Consiglio provinciale, ma se nel 2016 si dovesse procedere alla realizzazione di un collegio unico triestino è chiaro che i comuni più piccoli, dove prevale la componente slovena, non conterebbero più quasi nulla».

Un'azione, quella della giunta di centrosinistra, che a conti fatti, secondo Vidali, non è però stata palesemente osteggiata da alcun esponente politico sloveno: «A parte il consigliere regionale Igor Gabrovec, che non ha preso parte al voto in aula, nessuno degli altri esponenti politici sloveni ha preso posizione su questa tematica, in primis quelli del Pd, che stanno preferendo sottostare alle direttive di partito piuttosto che impegnarsi per la tutela della minoranza di cui fanno parte loro stessi».

Quella di Vidali non è l’unica voce in merito. «Stiamo correndo il grosso pericolo di non avere nelle istituzioni una degna rappresentatività del nostro territorio, pur essendo ampio anche se non molto densamente popolato, quindi condivido pienamente le perplessità di Vidali», è l'intervento di Mirko Sardoc, sindaco uscente del Comune di Sgonico. Più cauta Monica Hrovatin (Pd), probabile successore di Sardoc alla guida del comune carsico: «Sono fiduciosa che la giunta Serracchiani garantirà la tutela della rappresentanza slovena, auspico che la sensibilità sin qui dimostrata continui anche nel futuro».

Il vicepresidente della Provincia, Igor Dolenc (Pd) non crede nell'allarmismo: «Per gli sloveni, così come per gli italiani, ci saranno meno enti per eleggere i propri rappresentanti, ma l'equilibrio delle componenti etniche sarà garantito. A essere realmente penalizzata sarà l'area giuliana, ma non certo gli sloveni». Critico nei confronti del pensiero di Vidali è il consigliere regionale Stefano Ukmar (Pd): «La Provincia è un ente che andava abolito 40 anni fa. Detto questo basta vedere la bassa affluenza nei nostri territori quando si tratta di elezioni provinciali per capire il valore che viene data a questa istituzione. Ad ogni modo ci sono trattati internazionali e leggi che parlano chiaro: la tutela della minoranza slovena non è in discussione».

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