Il primario Bonivento: «Un evento improvviso»

«È stata una morte improvvisa. Il paziente è stato curato bene. Lo stavamo per dimettere, pensi che negli ultimi giorni leggeva anche la Gazzetta dello sport».
Difende a spada tratta il proprio reparto il dottor Giulio Bonivento, primario della divisione ortopedica, in cui quattro medici sono indagati per l’omicidio colposo di Francesco Vassillich.
Dice: «Il paziente è stato nel reparto una decina di giorni. È arrivato stabilizzato. Ha negato traumi in testa e non c’erano gli estremi, i motivi per effettuare una seconda Tac. Quelli della procura sono atti dovuti. La famiglia ha tutti i diritti. Ma ripeto: è stato un caso di morte improvvisa. Non rilevo alcuna colpa da parte dei miei colleghi. Non ci sono gli estremi per contestare una mancanza. Questa è un’idea del medico legale di parte, non è la verità. Bisognerà aspettare il giudizio. Sono avvisi di garanzia, non condanne».
Dello stesso tenore la dichiarazione del professor Antonio Fancellu, direttore della clinica ortopedica che fa riferimento all’Università. «Conosco quei medici. Sono professionalmente validi. Certo è che queste vicende incidono sull’ambiente di lavoro del reparto».
Il direttore generale Francesco Cobello è ancora più esplcito: «Ovviamente non posso entrare nel merito perché c’è un’inchiesta giudiziaria in corso. Non conosco e non ho visto gli atti. Ma come accade sempre le accuse vanno dimostrate. Spesso c’è l’uso di fare denuncia...»
Prosegue ancora Cobello: «In generale devo osservare che il medico valuta la situazione in scienza e coscienza. Sono convinto che questo sia accaduto. È stato valutato un protocollo. Se facciamo un ragionamento opposto molte volte si potrebbe anche dire che l’esame della Tac non è servito a nulla. Poi aggiunge: «Per principio difendiamo l’ospedale». (c.b.)
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