Il protocollo sul Prosecco fa infuriare gli agricoltori

TRIESTE. Si riaccende nuovamente la polemica fra la Kme›ka zveza (l’Associazione degli agricoltori del Carso) e la Regione sull’oramai famoso protocollo per il Prosecco Doc. «Dobbiamo purtroppo constatare - afferma Edi Bukavec, segretario dell’Associazione - che la Regione non fa ciò che si è impegnata a fare con la firma del protocollo. Nel documento - precisa - si parla di recupero ai fini agricoli del costone, sotto gli abitati di Contovello, Prosecco e Santa Croce, per una spesa iniziale verbalmente concordata di venticinque milioni di euro. Si tratta complessivamente di circa 120 ettari - prosegue Bukavec - di terra fertile, con condizioni climatiche eccellenti per lo sviluppo delle colture pregiate, che potrebbero garantire ricadute positive sull’occupazione e sul paesaggio».
«Nel protocollo poi - prosegue Bukavec - la Regione garantiva i finanziamenti pluriennali, per complessivi 15 milioni di euro, per la realizzazione degli interventi previsti nel progetto speciale di sviluppo agricolo della provincia di Trieste. Occorre purtroppo denunciare - insiste il segretario dell’Associazione - che l’attuale amministrazione regionale non ha attivato il previsto tavolo di lavoro per la concertazione e la semplificazione, menzionato dal citato protocollo e a suo tempo costituito».
Passando poi a un tema che ritorna costantemente nel contesto della polemica con la Regione, Bukavec ricorda che «il protocollo per noi è un vero e proprio accordo economico e politico tra le parti, con il quale gli agricoltori triestini hanno concesso l’uso del nome di Prosecco e il vitigno autoctono Glera, che garantiscono ai viticoltori friulani un beneficio economico di oltre 50 milioni di euro l’anno, calcolato sulla differenza di prezzo tra l’uva Prosecco e quella delle altre varietà più pregiate in regione. Si è giunti - sottolinea - a una situazione paradossale, con gli agricoltori triestini da un lato che hanno avuto finora solo briciole, mentre quelli friulani dall’altro, sostenuti dalla Regione, godono dei maggiori vantaggi».
«Se la Regione non intende più onorare gli impegni del protocollo per il Prosecco Doc - conclude il segretario dell’Associazione degli agricoltori del Carso - allora il danno causato all’agricoltura triestina sarà molto grave e comunque tale che, agli agricoltori, che speriamo non siano lasciati soli nella loro battaglia, non resterà altro da fare che organizzare la più ferma opposizione in difesa dei propri interessi e quelli dell’agricoltura di Trieste, lasciando comunque sempre aperta la porta al dialogo, nell’auspicio che la controparte riveda le proprie posizioni».
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