«Il raccordo Ronchi Sud-Ronchi Nord non si tocca. È strategico per Gorizia»

RONCHI
Il raccordo ferroviario Ronchi Nord-Ronchi Sud è strategico, dunque non verrà soppresso (per la gioia di centinaia di migliaia di automobilisti che ogni anno si girano i pollici in attesa del lentissimo passaggio del convoglio). Strategico per chi? Per Gorizia. Lo afferma l’onorevole Guido Germano Pettarin, forte del parere di quattro esperti di ferrovie quali Roberto Carollo, Alessandro Puhali e Paolo Sluga.
NON SI TOCCA. Spiega Pettarin: «La prevista realizzazione in territorio italiano ad opera di RFI della lunetta di 1,06 km, che renderà possibile ai treni provenienti da Trieste/Monfalcone e da (Venezia)/Cervignano/Ronchi Sud/Ronchi Nord di immettersi nella linea internazionale Gorizia centrale-Nova Gorica, richiede per la sua piena efficacia il mantenimento in esercizio (ed auspicabilmente l’efficientamento) del raccordo ferroviario Ronchi Nord-Ronchi Sud della lunghezza di circa due chilometri. Tale raccordo, a binario unico ed elettrificato, negli ultimi anni è percorso per lo più da treni merci e raramente da treni viaggiatori. Nel 2011/2012 si sviluppò un aspro confronto a livello politico ed istituzionale in relazione alla ventilata possibilità che il raccordo venisse soppresso, soluzione caldeggiata da alcuni esponenti della Bassa isontina. Il Comune di Gorizia si schierò per il mantenimento del raccordo.
Se fosse stato eliminato il raccordo, un treno proveniente da Venezia/Cervignano non avrebbe più potuto proseguire per Gorizia e il suo valico ferroviario internazionale, ma sarebbe stato costretto a raggiungere Monfalcone e, invertita la marcia, proseguire per Gorizia. Ovviamente anche in senso inverso si sarebbe riproposta la necessità di un cambio di direzione a Monfalcone. Tali cambi trazione imporrebbero l’esecuzione di manovre, aggiungendo ulteriori oneri di esercizio ad un impianto ferroviario, quello di Monfalcone, già destinato a gestire la confluenza tra le lineeTrieste-Gorizia-Udine e Trieste-Venezia, nonché di fungere da fondamentale scalo di appoggio per il traffico portuale con il raccordo per Porto Rosega. La ferma posizione goriziana, condivisa dall’Amministrazione regionale dell’epoca, evitò la soppressione del raccordo che è ricompreso tra le “linee fondamentali” della rete ferroviaria italiana (fonte RFI).
LE CONSEGUENZE. «L’impatto territoriale del raccordo (passaggio a livello lungo via D’Annunzio a Ronchi dei Legionari, tracciato del raccordo in una zona residenziale) rende peraltro sempre attuale l’”ostilità” locale nei suoi confronti. In un articolo apparso su Il Piccolo del 10 ottobre 2019, in cui si evidenziano le negative ripercussioni del raccordo sulla viabilità mandamentale, si mette in relazione il raccordo Ronchi Nord-Ronchi Sud con la “Lunetta italiana” del Nodo goriziano, paventando che la realizzazione di quest’ultima - pur salutata positivamente - possa determinare un incremento del traffico ferroviario e quindi le problematiche alla viabilità. Si arriva così al paradosso che quello che si auspica di ottenere con la lunetta (un incremento del traffico ferroviario) viene percepito come un elemento di criticità. In un articolo apparso su Il Piccolo del 27 novembre 2020, nel prospettare soluzioni alternative ai progetti recentemente presentati da RFI per risolvere le problematiche determinate da due passaggi a livello in zona Monfalcone/Ronchi dei Legionari, si definisce di difficile attuazione il sottopasso stradale progettato da RFI per eliminare il passaggio a livello del raccordo Ronchi Nord-Ronchi Sud lungo via D’Annunzio a Ronchi dei Legionari, affermando che si vuole che “la lunetta (n.d.r. raccordo ferroviario) venga dismessa o resti solo come collegamento di servizio”. In un articolo apparso su Il Piccolo del 30 novembre 2020 viene dato atto di una richiesta del consigliere regionale Diego Moretti, secondo il quale tutti i Comuni del Monfalconese devono essere coinvolti nel confronto con RFI sui progetti che interessano il territorio. Lo stesso consigliere non si limita a citare i progetti dei due passaggi a livello, di cui sopra, ma richiama i molti altri progetti che interessano la Bassa Isontina (velocizzazione della Ve-Ts, ecc.). Per quanto è dato di sapere RFI (che si è attivata con il progetto del sottopasso per mitigarne gli impatti sul territorio) e l’amministrazione regionale sarebbero comunque favorevoli al mantenimento in esercizio del raccordo Ronchi Nord-Ronchi Sud».
I PROGETTI. «Le iniziative che si stanno moltiplicando a livello politico ed istituzionale in relazione alle sorti del raccordo Ronchi Nord-Ronchi Sud non possono lasciare indifferente Gorizia: il raccordo in parola è vitale per la città e per la Sdag, in quanto consente ai treni merci il collegamento più breve con la rete ferroviaria italiana e, in primis, con l’Interporto di Cervignano, parte del sistema dei retroporti di Trieste e Monfalcone. Ma anche il trasporto viaggiatori trae essenziali benefici dal raccordo in parola; basta ricordare che consente un ring ferroviario Gorizia-Cervignano-Udine-Gorizia e, soprattutto, il collegamento diretto con la fermata di Trieste Airport che, proprio grazie alla “Lunetta italiana” del Nodo goriziano, sarà raccordato via ferrovia alla Slovenia nord-occidentale. In sostanza non può porsi assolutamente in dubbio l’utilità di un collegamentotra la linea Trieste-Udine e quella Trieste-Venezia, che consenta una connessione diretta di Gorizia e del suo valico ferroviario internazionale con quest’ultima linea. In conclusione, anche se il raccordo Ronchi Nord-Ronchi Sud può non apparire la soluzione ottimale (comunque più che decorosa), fino a quando non verrà progettata, finanziata e realizzata un’altra soluzione, tale infrastruttura mantiene un valore strategico indiscutibile per l’intera rete ferroviaria nord-orientale e per la valorizzazione dei collegamenti ferroviari transfrontalieri».
Riproduzione riservata © Il Piccolo