Il “re della movida” rinviato a giudizio. Due anni a Termini

Monfalcone, l’ex calciatore e imprenditore Daniele De Pellegrin ha scelto la via del processo. Il legale: «Dimostrerà la sua innocenza»
Bumbaca Gorizia Monfalcone, Del Pellegrino
Bumbaca Gorizia Monfalcone, Del Pellegrino

 

Prime “sentenze” sui coca party in centro a Monfalcone. Sarà processato Daniele De Pellegrin, ex calciatore e imprenditore di 58 anni, re della movida monfalconese, coinvolto nella maxi-inchiesta su un giro di cocaina in città, tanto da finire nel settembre scorso agli arresti domiciliari, e attualmente in stato di libertà. Ha invece patteggiato 2 anni e 4 mesi di reclusione il 55enne Giuseppe Termini, accusato in concorso con De Pellegrin di detenzione di stupefacenti non esclusivamente a uso personale, oltre che di cessioni di droga.

È questo l’esito dell’udienza prelimintare tenutasi ieri in Tribunale a Gorizia, davanti al Gup Rossella Miele. Dall’udienza sono sortite alla fine decisioni diverse. Da una parte il patteggiamento per Termini, proposto dalla difesa con l’avvocato Franco Crevatin e il consenso del pm Pavone (ieri in udienza ha sostituito il titolare del procedimento Michele Martorelli, impegnato in una concomitante udienza dibattimentale): il Gup, in accoglimento della proposta, ha quindi pronunciato la sentenza di patteggiamento a due anni e quattro mesi di reclusione e una multa di ottomila euro. Dall’altra, invece, il dibattimento per De Pellegrin, per il quale il giudice ha fissato il processo il 15 marzo prossimo. Il procedimento è stato affidato al giudice Matteo Trotta.

Si va dunque a processo per l’imprenditore monfalconese, di fronte a una richiesta da parte della difesa alla quale il pm non ha accordato il consenso.

«È stata una scelta personale - ha spiegato il difensore, avvocato Francesco De Benedittis -, consapevole e meditata, quella di non patteggiare, dettata dalla volontà di far emergere la realtà dei fatti e la propria estraneità alle contestazioni addebitategli. Il mio assistito - ha aggiunto il legale - affronterà a questo punto il processo con determinazione e serietà, così come ha affrontato tutti i passaggi di questa vicenda».

Con la scelta del dibattimento, ha aggiunto il legale, De Pellegrin intende andare fino in fondo, «nella convinzione di poter fare chiarezza sui fatti contestati e sulle precise responsabilità». Il noto imprenditore monfalconese è pertanto deciso a far valere le proprie ragioni, espresse fin dal primo interrogatorio avuto con gli inquirenti. L’avvocato De Benedittis ha concluso: «De Pellegrin continua a nutrire la massima fiducia nei confronti della magistratura. Il mio assistito è certo che si arriverà a far luce su tutti gli aspetti che lo hanno chiamato in causa».

L’avvocato Franco Crevatin, da parte sua, ha osservato: «Il giudice ha pronunciato la sentenza in accoglimento della nostra richiesta e con il consenso del pm. Si ritiene di avere buone speranze affinchè venga disposta una pena meno afflittiva della detenzione in carcere, visto che Termini già espiato otto mesi di custodia cautelare, per buona parte ai domiciliari».

L’indagine aveva preso avvio nel giugno scorso, quando la polizia aveva arrestato Giuseppe Termini, trovandogli addosso dieci grammi di cocaina e altri quaranta grammi detenuti in casa. L’uomo, dopo un periodo di carcere, aveva ottenuto i domiciliari.

L’arresto di Termini aveva dato il via all’inchiesta in cui era emerso il giro cocaina a Monfalcone, e che ha portato ai primi di settembre agli arresti domiciliari di De Pellegrin, poi rimesso in libertà. Nel corso dell’indagine sono stati sentiti decine di monfalconesi su festini a base di cocaina che animavano le notti cittadine. E, secondo l’accusa, sarebbe stato proprio Daniele De Pellegrin ad animarli e organizzarli. Accusa respinta dall’ex calciatore.

De Pellegrin è stato per anni il “mago” dei locali notturni di Monfalcone. Aveva iniziato con il “Boavista” di Marina Nova, una vecchia trattoria trasformata in locale “cult” della musica latino-americana in regione. Poi fu la volta della “Bomba”, diventata una lanciatissima discoteca. Poi ancora “La Ola” di Marina Julia, l’ex Stallone e il «Jeko Bay” al Lido di Staranzano.

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