Il “rifiuto” della differenziata La raccolta sotto il 30%

Il Comune si era prefisso di arrivare al 40% in questo periodo, Padova è al 45 e al 70 con il porta a porta. Laureni: «Sono deluso, rivedremo i piani con Acegas»
Di Ferdinando Viola
Silvano Trieste 22/04/2013 La raccolta differenziata
Silvano Trieste 22/04/2013 La raccolta differenziata

Così non va. La raccolta differenziata a Trieste non decolla. E non per colpa di Comune e Acegas, la mente e le “braccia” del servizio rifiuti. Nei primi mesi del 2013 è arrivata a poco più del 29%, molto al di sotto delle aspettative dell’amministrazione comunale che puntava al 40%, se non di più. Sotto questo aspetto Trieste è in coda nella classifica dei comuni “virtuosi”, a differenza di altre classifiche relative alla qualità della vita nelle quali la città è sempre ai primi posti.

Ecco dunque i dati che fanno piangere Comune, Acegas, ambientalisti e molti triestini di buona volontà. Nel 2010 la differenziata era al 20,09%; nel 2011 al 24,05%, nel 2012 al 28,72%. Nei nei primi tre mesi di quest'anno è al 29,31%. Una crescita lenta dunque che non accontenta le attese e i desideri degli amministratori. In molti altri comuni non solo del Friuli Venezia Giulia ha raggiunto ben altri risultati. A Padova ad esempio, visto che il servizio è sempre gestito da Acegas, la raccolta nei bidoni su strada arriva al 45%, il porta a porta invece è al 75%.

«Sono molto poco soddisfatto di quello che stiamo facendo, anzi sono decisamente deluso - afferma Umberto Laureni, assessore all’Ambiente -. Qualcosa evidentemente non funziona, in primis nell’informazione al cittadino. Non ci sono colpe specifiche del Comune o dell’Acegas, ma una riflessione va fatta. Il servizio ci costa ma i risultati non sono per niente buoni». Laureni incontrerà nei prossimi giorni i vertici dell’Acegas: «C’è comunque la necessità e la volontà da parte nostra di migliorare e rendere più usufruibile quello che è già stato fatto».

Alla base (finora) dell’insuccesso c’è forse la poca informazione, oltre che una certa ritrosia al cambiamento. Molti triestini non sanno, ad esempio, come avviene raccolta dei rifiuti. Il Comune ha ricordato più volte che esistono le “isole ecologiche stradali” destinate al conferimento dei rifiuti non riciclabili, della carta, della plastica, del vetro e delle lattine; i centri di raccolta per il conferimento dei rifiuti ingombranti, pericolosi, elettrici, inerti, legno, metalli, materassi, mobili, suppellettili, ecc.; il prelievo a domicilio dei rifiuti ingombranti; la raccolta porta a porta del “verde” dei giardini privati; la raccolta degli imballaggi in cartone, presso alcuni punti, dedicato alle attività commerciali; la raccolta del rifiuto “umido” riservato a ristoranti, mense, supermercati, ecc. E soprattutto che questi servizi non comportano altri pagamenti rispetto alla normale tassazione.

«È certo - afferma l’ingegnere Paolo Dal Maso, dirigente dell’Acegas - la differenziata ha avuto un leggero incremento, il dato odierno del 29,31% potrebbe essere migliore nei prossimi mesi. Ne discuteremo con il Comune. Sono loro la mente, noi siamo il braccio operativo». Ma qualcosa che non va c’è sicuramente. «Certamente, ad esempio - sottolinea ancora Dal Maso - la raccolta dei cartoni degli esercizi commerciali: raccogliamo ancora poche quantità di materiale che poi invece troviamo buttate sui marciapiedi, vicino ai cassonetti che impediscono il versamento dei rifiuti normali. O come la raccolta del verde. Lo vediamo purtroppo anche in questi giorni. Al servizio hanno aderito 1500 persone alle quali abbiamo dato un contenitore dove depositare l’erba tagliata del giardino. Basta una telefonata e noi passiamo a ritirarlo. Succede invece di vedere sacchi di erba buttati per la strada o nei cassonetti. Stesso discorso per l’umido introdotto lo scorso luglio e che riguarda mense, ristoranti, case di riposo. Anche in questo caso abbiamo avuto poche adesioni sebbene il servizio sia gratuito». Insomma si tratta di pigrizia dei triestini o della mancanza di informazioni?

Esiste poi un regolamento comunale che prevede l’obbligo di conferire “in modo opportunamente separato e secondo le modalità definite dal gestore del servizio”, i rifiuti: chi sgarra viene punito con una sanzione di 100 euro. Il conferimento di rifiuti indifferenziati nei contenitori per la raccolta differenziata viene sanzionato con 150 euro. Il conferimento nei contenitori stradali di rifiuti pericolosi, speciali non assimilati, ingombranti, elettrici ed elettronici, liquidi, inerti, parti di veicoli, comporta una sanzione di 500 euro. Alla fine della giostra, una domanda: le multe vengono veramente comminate?

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