Il rigassificatore di Veglia in dirittura d’arrivo

VEGLIA. «Volenti o nolenti, è praticamente certo che i veglioti dovranno accettare la presenza di un rigassificatore sulla loro isola. Vogliamo però che le municipalità direttamente interessate dal...

VEGLIA. «Volenti o nolenti, è praticamente certo che i veglioti dovranno accettare la presenza di un rigassificatore sulla loro isola. Vogliamo però che le municipalità direttamente interessate dal terminal, in primis quelle di Castelmuschio e Njivice, abbiano dei benefici dall’impianto Lng, sotto forma di introiti per le casse comunali e di fruizione del metano a prezzi più accessibili». È quanto dichiarato in coro nell’aula consigliare di Palazzo comunale a Castelmuschio (Omišalj), nell’isola di Veglia, dai cittadini (non pochi) che hanno voluto partecipare al dibattito pubblico sullo studio di impatto ambientale del rigassificatore, fase avviata lo scorso 16 gennaio e che pian piano sta per conoscere le battute finali.

A Castelmuschio, località situata a meno di 2 chilometri in linea d’aria dal sito del futuro mega impianto, i cittadini hanno chiesto chiarezza nel corso del dibattito, pretendendo garanzie da parte del direttore dell’impresa concessionaria, Lng Croazia, Mladen Antunovi„ e di Tomi Haramina, in rappresentanza di Oikon, istituto croato per l’ecologia applicata, al quale è stata affidata la stesura dello studio.

Haramina ha parlato di paure senza fondamento, rilevando che l’unico incidente dalle conseguenze catastrofiche accaduto nei rigassificatori avvenne negli Stati Uniti nel lontano 1944: «Da allora sono trascorsi settant’anni e non si sono più verificati incidenti di rilievo. A quell’epoca capitò perché si utilizzavano materiali sbagliati nel processo di rigassificazione. Da allora, la tecnologia ha compiuto passi da gigante e simili tragedie non sono più possibili».

Il noto ambientalista Vjeran Pirši„, presidente di Eko Kvarner, ha ammesso che lo studio di Oikon è decisamente migliore rispetto ai documenti preparati anni fa dalla concessionaria Adria Lng, poi disimpegnatasi dal progetto. «Abbiamo comunque delle obiezioni – ha aggiunto Pirši„ – e le presenteremo prossimamente. Secondo noi, sarebbe meglio un rigassificatore off-shore. C’è inoltre il pericolo del terrorismo, che non va assolutamente sottovalutato. Nello studio si dedica scarsa attenzione alla possibilità che in acque quarnerine vi sia uno scontro tra navi e alle conseguenze per l’ecosistema marino che si avranno dai lavori di scavo eseguiti per aumentare il pescaggio».

Nel corso dei vari interventi si è detto che la struttura Lng deve arrecare vantaggi agli isolani, gabbati gli anni scorsi dalle promesse che anche la petrolchimica Dina e l’Oleodotto adriatico avrebbero portato a benefici. Invece da questi due colossi non arriva neanche un centesimo per il bilancio comunale di Castelmuschio. (a.m.)

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