Il ruolo della Protezione civile sempre più consolidato

La ricorrenza del patrono è stata l’occasione per gli addetti ai lavori di fare il punto sulla crescita del gruppo ronchese 

RONCHI. È stata celebrata anche a Ronchi la ricorrenza di San Floriano, protettore della Protezione civile e dei Corpi dei pompieri volontari del Nordest europeo. È stato don Mirko Franetovich a celebrare la messa, prima della benedizione dei mezzi messi in bella mostra nella sede di via delle Gambarare. Presenti alla cerimonia, accanto al coordinatore comunale, Silvia Battistella e a quello del distretto Carso Isonzo, Ennio Medeot, il sindaco, Livio Vecchiet, quello di Sagrado, Marco Vittori, ma anche i coordinatori comunali del distretto, i volontari in divisa ed Antonio Capovilla, in rappresentanza del corpo forestale regionale. Una bella occasione di incontro tra gli addetti alla Protezione civile, pompieri, amministratori, parrocchiani e tutti quei cittadini che si identificano in questi valori di solidarietà che, nel corso degli anni, è stata condivisa sempre con enorme disponibilità ed accresciuta professionalità.

Nove anni fa, quando venne inaugurata la nuova sede di via delle Gambarare, la Protezione civile di Ronchi affidò al pittore Claudio Battistin l’incarico di dipingere, sulla facciata esterna della stessa, un affresco raffigurante San Floriano. Veterano dell’esercito romano, di origine austriaca, condannato a morte da Diocleziano nel 304. Secondo la tradizione, da giovane, il santo estinse l’incendio di una casa con la preghiera, secondo un’altra tradizione simile ma differente, avrebbe spento un incendio usando solo un secchio d’acqua. È per questo considerato patrono dei pompieri (soprattutto in Austria) ed è invocato contro gli incendi e le alluvioni. Ormai la ricorrenza di San Floriano è diventata una tradizione, una tradizione che verrà rispettata anche nel prossimo futuro davanti alla figura di quel santo che immolò la propria vita per i suoi ideali religiosi e di fede.

«È stata una bella iniziativa, semplice ma coinvolgente – è stato detto – e ciò che ci fa felici è che è stata vissuta intensamente anche dai giovani che fanno parte della nostra famiglia e che rappresentano il nostro futuro». –

Lu. Pe.

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