Il Verdi ritira il ricorso al Tar I teatri lirici si ricompattano

Non verrà dato seguito al procedimento contro il ministero sul riparto Fus 2015 Nell’incontro all’Anfols un appello unitario per rivedere i criteri di quest’anno
Di Fabio Dorigo
Lasorte Trieste 06/03/15 - Ridotto Verdi, Stefano Pace, Nuovo Sovrintendente Teatro Verdi
Lasorte Trieste 06/03/15 - Ridotto Verdi, Stefano Pace, Nuovo Sovrintendente Teatro Verdi

Una tregua “lirica”. La Fondazione del Teatro lirico Giuseppe Verdi di Trieste ritira la dichiarazione di guerra depositata al Tar del Lazio solo poche settimane fa contro il Mibact (Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo) e di conseguenza le altre fondazioni lirico sinfoniche. Nel ricorso amministrativo si chiedeva l’annullamento del riparto del Fus per l’anno 2015. La decisione è stata comunicata lunedì scorso durante un animato incontro romano nella sede dell’Anfols (Associazione nazionale fondazioni lirico sinfoniche), presieduta da Cristiano Chiarot (sovrintendente della Fenice) che al primo punto dell’ordine del giorno aveva proprio il ricorso al Tar del Verdi di Trieste.

L’iniziativa unilaterale del lirico triestino non era piaciuta al ministero e tantomeno agli altri sovrintendenti tutti impegnati da anni nell’impresa di far quadrare i conti. E così solo giovedì, tre giorni dopo la riunione, l’Anfols ha diffuso un comunicato che, incassato il ritiro del ricorso di Trieste (un non luogo a procedere), mette una pietra sopra al riparto del Fus 2015 (al Verdi mancano 600mila euro rispetto al 2014). Il compromesso, messo a punto dal sovrintendente del Massimo di Palermo Francesco Giambrone, è stato quello di un appello unitario al ministro Dario Franceschini «sull’esigenza di aprire urgentemente un tavolo di confronto con il governo», con l’obiettivo appunto di «ripensare i criteri di riparto delle somme previste già a partire dall’anno 2016 (ripartizione nota, ma non ancora resa pubblica dal Mibact)». L’associazione dei sovrintendenti (Anfols) chiede anche vengano garantiti «sia gli impegni che il governo ha assunto con le Fondazioni che hanno aderito alla Legge Bray e che hanno già precisi piani triennali di risanamento (tra cui il Verdi, ndr), sia la necessaria garanzia per quelle che, al di fuori della Legge Bray, stanno continuando con percorsi virtuosi». Dalla riunione, segnalano dall’Anfols, «è arrivata anche la decisione della Fondazione Teatro Verdi di Trieste di rinunciare al ricorso avviato contro il riparto del Fus per l’anno 2015. Una decisione molto importante che elimina un elemento di conflittualità potenziale e conferma una dimensione unitaria dell’associazione su proposte concrete».

Le note dolenti riguardano l’anno in corso. Il mantenimento per il 2016 della stessa quota destinata alle Fondazioni liriche nell’anno precedente (che ammonta al 44,80% del totale del Fus) - spiega Chiarot, presidente Anfols - purtroppo non copre integralmente le necessità dell’intero comparto, né soddisfa le coperture dei piani di risanamento delle otto Fondazioni che hanno aderito alla legge Bray, come pure le aspettative delle altre su quanto necessario alla copertura dei loro programmi. L’Anfols auspica che nel corso dell’anno si possano trovare ulteriori finanziamenti come è avvenuto negli anni precedenti». Da Trieste arrivano dichiarazioni distensive: «Siamo soddisfatti per la solidarietà ricevuta e per la concretezza delle prossime azioni concordate. Già il 12 febbraio l’Anfols terrà un nuovo tavolo di lavoro per sviluppare una proposta da presentare al ministero su come rivedere e migliorare i criteri di ripartizione Fus» fa sapere Stefano Pace, sovrintendente del Verdi di Trieste, che non vuole sentir parlare di retromarcia. «Non è vero che abbiamo tirato il sasso e nascosto la mano - spiega Pace -. Sull’opportunità di dare una scossa all’ambiente erano tutti d’accordo. Sono anni che tutti ci si lamenta senza fare nulla come se si trattasse di una fatalità». Archiviato il 2015 il tema ora è il Fus 2016. «Il 2015 lo chiudiamo tranquillamente in pareggio. Ma se le cose dovessero continuare così nel 2017 il teatro sarebbe di nuovo capo a dodici. Non sono disposto a vivere la lenta agonia del nostro teatro». E quindi? «Chiediamo al ministero delle regole meno aleatorie attraverso la riduzione della parte legata alla qualità artistica in termine di ripartizione» spiega il sovrintendente del Verdi. Pure il sindaco (che è presidente del Consiglio di indirizzo del Verdi) è soddisfatto. «Il nostro ricorso al Tar voleva creare un fronte compatto della lirica. Mi sembra che l’obiettivo sia stato raggiunto» assicura Roberto Cosolini. Se vuoi la pace prepara la guerra. “Guerra, guerra” come nella Norma in scena al Verdi tra una settimana.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo