Immagini e documenti inediti rilanciano la mostra su Sauro

Un uomo solo, chiuso nel carcere di Pola, picchiato, offeso, umiliato. Un uomo solo con la sua fede nell’Italia che attende in cella di essere impiccato dal boia Joseph Lang, fatto arrivare a tempo di record da Vienna per mettere fine alla vita di quel fiero avversario dell’Austria-Ungheria e della dinastia degli Asburgo. In quel momento terribile Nazario Sauro aveva 36 anni e aveva compiuto 62 missioni di guerra a bordo di unità della Marina militare italiana quando il 10 agosto 1916 il cappio fu stretto attorno al suo collo. Gran parte di quelle missioni di guerra si erano svolte a ridosso del cosiddetto Litorale austriaco: da Grado a Monfalcone, Sistiana, Trieste, Capodistria, Pirano e Parenzo. Alla vita dell’eroe capodistriano l’Irci ha dedicato nella sua sede di via Torino una mostra aperta dal 16 dicembre che si è arricchita nei giorni scorsi di nuovi cimeli e nuove immagini che consentono ai visitatori di ricostruire con grande precisione ed emozione la storia di un marinaio irredentista, comandante di piroscafi, volontario a bordo di numerose unità della nostra Marina durante le prime fasi della Grande guerra.
Le nuove immagini e i nuovi documenti inediti sono stati forniti tra l’altro dalla famiglia dell’eroe. In dettaglio dal nipote, l'ammiraglio Romano Sauro, che con questo gesto ha voluto sottolineare l’importanza della rassegna coordinata da Piero Delbello. È l’unica in Italia a cent’anni dall’esecuzione a ricordare il sacrificio di suo nonno: domani alle 17 il valore storico e l’importanza dei nuovi cimeli saranno illustrati al pubblico in via Torino nel corso di una cerimonia - una sorta di seconda inaugurazione - in cui verrà annunciata anche la proroga dell’apertura della rassegna fino a domenica 2 aprile. Molti dettagli della vita dell’eroe capodistriano, medaglia d’oro al valor militare, devono essere ancora definiti a un secolo di distanza dall’esecuzione. Le ultime immagini disponibili lo ritraggono nel carcere di Pola. Poi solo notte e nebbia. Nessuna fotografia è mai emersa né degli ultimi passi di Nazario Sauro verso la forca tra due file di marinai in armi né tantomeno del lavoro sporco e inumano del boia Joseph Lang e dei suoi due assistenti Franz Kothbauer e Joseph Soderer: ecco perché le ricerche di queste foto dovrebbero svolgersi all’interno degli archivi viennesi del Museo della guerra.
Sono passati più di cent’anni da quel tragico giorno in cui a un ristretto gruppo di marinai della base di Pola - tutti volontari - fu proposto di assistere all’atroce esecuzione. Lo stesso invito era stato formulato poche settimane prima a Trento a ufficiali e sottufficiali ed era stato chiesto loro di portare e, possibilmente usare, una macchina fotografica, per documentare l'esecuzione di Cesare Battisti. L’ex deputato socialista al Parlamento di Vienna, irredentista come Nazario Sauro, come lui fatto prigioniero con addosso la divisa italiana, era stato catturato a Montecorno l’11 luglio 1916 assieme a Fabio Filzi. I due ufficiali degli alpini furono trasportati a bordo di una carretta scoperta a Trento, esposti durante il tragitto agli sfoghi plebei degli austriacanti, rinchiusi in cella all’interno del Castello del Buonconsiglio, legati come pericolosi assassini. Dell’esecuzione di Cesare Battisti esistono e sono state pubblicate numerose e atroci immagini diffuse dall’allora capo della polizia di Trento Franz Muck. Uno “spettacolo” voluto dall'arciduca Eugenio, comandante delle truppe imperiali dislocate dal confine svizzero all’Adriatico e Gran Maestro dell'Ordine teutonico. Alcune fotografie dell’esecuzione finirono alcuni mesi dopo in mani italiane. La faccia compiaciuta, soddisfatta e sorridente del boia Lang ripreso con la bombetta sul capo alle spalle della forca su cui pende il corpo esanime di Battisti, costituirono un tremendo atto d’accusa contro l’Austria-Ungheria, una testimonianza dell’eroismo di Battisti e un “j’accuse” contro la pena di morte. Più tardi si seppe che l'imperatore Francesco Giuseppe aveva premiato il boia con 500 corone.
Ecco perché è plausibile che anche tutte le fasi dell’esecuzione di Nazario Sauro a Pola siano state documentate. Il sacrificio di Battisti è del 12 luglio, quello di Sauro del 10 agosto. Nelle quattro settimane che li separano l’effetto negativo sull’opinione pubblica non si era ancora manifestato. Ecco perché, da qualche parte a Vienna, in un archivio ben protetto per un secolo, dovrebbero essere conservate le immagini del sacrificio dell’eroe capodistriano. Ecco perché una ricerca appare ineludibile.
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