Immigrazione, il processo riparte da capo

Appena partito si è già fermato il processo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina che vede quale imputato principale il bengalese Mohammad Hossain Mukter, noto come Mark, rappresentante di spicco della comunità di immigrati più numerosa in città.
È cambiato il collegio giudicante - un giudice è assente per maternità - e i difensori degli imputati non hanno dato il loro consenso per l’acquisizione degli atti fin qui compiuti. Così il processo è stato aggiornato al prossimo 2 maggio quando ricomincerà daccapo; sarà risentito un ispettore di polizia che aveva già iniziato a deporre nella precedente udienza.
Nel procedimento sono coinvolti una decina tra imprenditori, anche del monfalconese, e lavoratori bengalesi e di altre nazionalità.
L’inchiesta era nata da un’analisi di richieste presentate da imprenditori dal 2007 al 2009 in base alle quote immigratorie. Pratiche e richieste per entrare in Italia che, per gli inquirenti, si basavano su certificazioni e atti “fittizi”. Il tutto dietro compensi consegnati dagli immigrati che variavano da 5mila a 15mila euro. Soldi che, sempre secondo gli inquirenti, in parte finivano agli imprenditori e in parte a Mark. L’inchiesta era originariamente stata avviata dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Trieste, in relazione in particolare all’aumento esponenziale di cittadini stranieri in arrivo nel territorio attraverso i ricongiungimenti familiari. Il procedimento fu poi archiviato e gli atti erano stati trasmessi alla Procura di Gorizia. Da qui era iniziata l’indagine messa in campo dalla Mobile di Gorizia assieme al Commissariato di Polizia di Monfalcone, a cui si unì il filone investigativo della Guardia di finanza. (fra. fem.)
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