In Croazia si cambia sesso senza chirurgo

Storica sentenza della Corte costituzionale: basta una dichiarazione del medico. Chiesa attonita
Di Mauro Manzin

TRIESTE. La Corte costituzionale della Croazia, accogliendo un ricorso di una persona transessuale, ha stabilito in un verdetto definito storico dalla stampa, che è possibile ottenere l'iscrizione del cambiamento del genere nell'anagrafe anche senza essersi sottoposti a un intervento chirurgico di ri-attribuzione del sesso biologico, ma in base «al fatto di vivere in una diversa identità di genere», rispetto a quella in cui si è nati.

L'Alta Corte croata ha ritenuto incostituzionale e in violazione del diritto alla garanzia alla protezione della vita privata la prassi finora rigidamente mantenuta dagli uffici dell'anagrafe che negavano l'iscrizione del nuovo genere nei documenti alle persone transessuali che non avessero completamente mutato con interventi chirurgici il loro sesso biologico.

Dopo questa sentenza in Croazia, come anche nella maggioranza dei Paesi dell'Ue, per cambiare sesso all'anagrafe basterà la documentazione medica sullo «status psicologico» della persona transessuale, ed eventualmente ai trattamenti ormonali, e non anche il certificato del chirurgo.

La sentenza appare ancor più rivoluzionaria se si considera l’atmosfera alquanto tradizionalista che permea la maggioranza della società croata dove pochi mesi fa c’è stata una “trionfale” raccolta di firme per difendere il testo costituzionale in cui si specifica che la società croata si basa sul matrimonio tra uomo e donna.

È chiaro che il massiccio aderire alla richiesta è stato condizionato pesantemente dalla Chiesa cattolica croata, una vera e propria super potenza in seno alla società della Croazia. Ora la sentenza della Corte costituzionale di fatto crea un pesante solco tra società civile laica e società fedele agli insegnamenti religiosi della dottrina cattolica.

Da rilevare che in Croazia non si effettuano interventi chirurgici per il cambio di sesso e che le assicurazioni sanitarie non coprono le spese per un siffatto intervento all’estero. Il ministero della Sanità croato ha annunciato il cambio del proprio regolamento in modo da renderlo affine alla sentenza della Corte costituzionale.

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