In fila per l’ultimo saluto allo storico presidente Sgt e azzurro Matteo Bartoli

Lasciò il canottaggio solo per dedicarsi alla professione di farmacista. La società biancoceleste gli intitolerà la nuova sala di scherma 
Ugo Salvini



La grande famiglia dello sport triestino, alla quale si è simbolicamente affiancata l’intera città, rappresentata dal sindaco, Roberto Dipiazza, ha reso l’estremo omaggio, ieri mattina, a Matteo Bartoli, grande figura di atleta e dirigente sportivo, scomparso pochi giorni fa a 90 anni e di cui è stato celebrato il funerale.

Fin dal primo mattino, una folla formata da amici, compagni di imprese sportive, colleghi di lavoro del settore farmaceutico, in cui Bartoli aveva operato per tutta la vita, condividendo l’impegno professionale quale titolare della farmacia di piazza Ospedale con la passione per lo sport, ha portato l’ultimo saluto a Matteo.

Si è così formata una lunga e silenziosa coda, perché tutti hanno voluto soffermarsi davanti alla bara, salutando anche la moglie, Marcella Skabar, e la figlia, Francesca. Tantissimi hanno voluto lasciare un pensiero, scrivendo sul libro, collocato all’ingresso della sala del cimitero che conteneva il feretro, proprio per accogliere ricordi, saluti, testimonianze di quanti hanno condiviso, in varie maniere, il lungo percorso terreno di Matteo Bartoli. A rappresentare il Coni è intervenuto il presidente regionale del Comitato, Giorgio Brandolin.

Nella sala gonfaloni e bandiere, in particolare le insegne dell’Associazione nazionale atleti Azzurri d’Italia, di cui Bartoli è stato a lungo vice presidente nazionale, assieme a Livio Berruti, e presidente regionale, e della Società Ginnastica Triestina.

Alcuni atleti della Sgt, di cui Bartoli è stato presidente dal 1980 al 1997, hanno presenziato alla cerimonia indossando la divisa sociale.

Ed è stato Massimo Varrecchia, attuale presidente della storica società biancoceleste, ad annunciare che, a Matteo Bartoli, sarà intitolata, nel corso di una manifestazione in programma venerdì, la nuova Sala scherma della Sgt. «In modo che Matteo continui a essere ricordato – ha precisato Varrecchia – come un grande esempio per noi tutti e per le generazioni future». Varrecchia, nell’elogio funebre, ha ricordato che Matteo Bartoli «proprio per dedicarsi alla professione, lasciò il canottaggio, sport che l'aveva visto campione italiano e Azzurro», ricordando che la passione per lo sport lo ha portato «a continuare a svolgere il ruolo di dirigente sportivo fino a un anno fa».

Prima di diventare presidente della Società Ginnastica Triestina, Bartoli era stato presidente della sezione Nautica del sodalizio biancoceleste. «La storia della Sgt – ha continuato Varrecchia – è caratterizzata dalla presenza di Matteo, perché durante la sua presidenza, ricca di fermenti innovativi e costruttivi, sono stati costruiti la quarta palestra e i parcheggi». Ma Bartoli contribuì anche al completamento del Palazzurri.

Varrecchia ha infine annunciato che «a breve si procederà alla costituzione della ‘Fondazione Ginnastica Triestina 1863’, di cui il primo sostenitore, attraverso la generosità della moglie, è stato Matteo Bartoli». —



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