In oltre 50 anni la “privata” Gandin s’è evoluta assieme al suo paese

la storia
Ha festeggiato il mezzo secolo e oltre di “privata”, ma anche i 10 dall’apertura del nuovo punto vendita l’azienda agricola Gandin Marcellino di San Pier d’Isonzo. Per dipendenti e proprietari è stata l’occasione per guardare a quanto fatto e puntare al futuro. In oltre 50 anni di attività è cambiato il mondo attorno e il modo di concepire la “privata”, luogo di ritrovo e socializzazione per il paese e ora anche per il territorio circostante. A portare avanti l’azienda oggi sono Daniele Gandin e sua moglie Marina Sfiligoi, assieme a numerosi dipendenti dietro il banco e agli infaticabili operai tra le vigne. Testimone dei cambiamenti degli ultimi tempi è Claudio Gandin, papà di Daniele, che in numerosi lustri di attività ha sempre osservato con occhio vigile il paese e le sue evoluzioni. «Perché una privata funzioni bisogna che ci sia un continuum di clienti – spiega Claudio – e la gente va ringraziata».
Quale miglior modo se non tramite una festa, andata in scena in questi giorni. «Una festa è un atto generoso verso i clienti – prosegue Claudio – e la nostra è un’attenzione verso il cliente che si tramanda da generazioni». Da tante, visto che la privata ha raggiunto i 67 anni di vita. «Una volta si comprava il vino in damigiana – riflette Claudio – e ricordo un’annata in cui abbiamo venduto ben 1.500 ettolitri, mentre a oggi la media è di circa 900. Un tempo c’erano più “ubriaconi”, mentre ora è arrivata la cultura della degustazione e non è un caso che abbiamo un enologo che segue la nostra produzione affinché sia sempre migliore». È cambiata anche l’agricoltura. «C’è un sistema diverso di lavorare i campi – conferma Claudio Gandin –, quasi ci si inventava il lavoro: oggi per fortuna si è seguiti e consigliati nelle varie fasi». E cambiato il paese, se si considera che San Pier d’Isonzo negli anni ’50 del Novecento contava circa il 63% di persone che lavoravano in campo agricolo: oggi sono solo il 3%. «La terra è difficile da lavorare, è necessario avere un capitale fermo alle spalle e la burocrazia certo non aiuta – afferma Claudio –. Mentre i miei coetanei andavano a lavorare nelle officine o in cantiere, io ripetevo loro che si può trovare soddisfazione anche lavorando la terra, bisogna solo aver pazienza e passione».—
La. Bl.
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