In piazza Garibaldi il vecchio caffè diventa il cuore della comunità romena

C’è un altro locale pronto a cambiare rotta all’insegna di tre parole d’ordine: conoscere, scoprire e capire. Si trova in piazza Garibaldi ed è destinato a diventare il nuovo punto di riferimento culturale della comunità romena. Il presidente Andreescu Felix Aurelian intende infatti “riportare” piazza Garibaldi ad essere un luogo di incontro tra le diverse anime che abitano la zona e far conoscere ai triestini le tradizioni e la storia della Romania. «Abbiamo deciso di creare un caffè letterario all’interno di uno dei bar di piazza Garibaldi - spiega Felix Aurelian - nel quale andremo a proporre delle mostre. Il 31 agosto inaugureremo ad esempio l’esposizione di quadri realizzati da Daniela Eugenia Dughir, che raffigurano fiori e ninfee. Abbiamo poi in programma un evento dedicato alle persecuzioni in Romania durante la seconda guerra mondiale. Lo faremo in ottobre perché per noi l’otto è il giorno della commemorazione per le vittime di quel tragico evento che ha sconvolto l’Europa. Abbiamo deciso di proporre questi eventi in questa piazza perché vogliamo dare una nuova vita a questa zona rendendola un luogo dedicato alla cultura e all’integrazione».
Piazza Garibaldi è il cuore di quella che molti triestini hanno definito la “balkantown", un luogo dove vivevano e vivono soprattutto cittadini serbi e provenienti dai Balcani. In passato alcune notizie di cronaca hanno finito per bollarla come “zona calda”. «Oggi le cose sono cambiate - spiega Felix Aurelian -: la piazza è dinamica e ci sono state delle mutazioni anche nelle popolazioni che la frequentano. Molti serbi sono andati via per cercare lavoro in Svizzera visto che il mercato immobiliare di Trieste ha subito un blocco. Anche la nostra comunità ha vissuto una riduzione dei componenti. Sulla piazza - spiega il presidente - affacciano locali gestiti dalla comunità cinese e per fortuna non mancano gli italiani che sono ritornati. Quindi si sta ricreando un miscuglio di etnie che può fare solo bene. Nel minimarket che gestisco ad esempio il 40 per cento dei clienti è formato da triestini che vengono a scoprire alcuni prodotti rumeni come i vini, che iniziano ad essere sempre più apprezzati».
Cultura ed enogastronomia, ma non solo. Il programma potrà contare anche sulla musica dal vivo, come a Ferragosto quando in piazza c’è stato un dj set dell’artista 7 che ha suonato fino alle 21 (si è scelto di non andare oltre per non creare troppo disturbo). Sono in programma anche dei mini concerti dedicati a giovanissimi artisti.
«L’obiettivo - spiega il rappresentante della comunità rumena - è quello di creare anche una sagra, questo però è un progetto a lungo termine perché vogliamo realizzare qualcosa di bello. Deve essere un successo per dare nuovo ossigeno a quella che per molti era una piazza da evitare. Sarà un evento dedicato ai prodotti tipici dell’est e dei Balcani e vogliamo coinvolgere le comunità slovena e serba, ma anche bancarelle da Ungheria e altri paesi».
Tornando al caffè letterario non mancherà poi il momento dedicato a Dracula, il vampiro che viveva in Transilvania ispirato adn principe che regnò in Valacchia, noto per la sua ferocia contro gli ottomani che nel 1400 cercarono di invadere i suoi territorio.
«Il nome Dracula - racconta il presidente Felix Andreescu - in realtà deriva da un errore di traduzione visto che Vlad faceva parte dell’ordine del dragone ed era un rappresentate del Papa in Romania. Gli abitanti non conoscendo il drago lo ribattezzarono “Vlad Dracul”. Dracul significa in realtà demone e nella traduzione è diventato Dracula». —
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