In Porto Vecchio concessioni da rifare

Decadute le richieste avanzate in base all’ultimo bando. Azzerato lo “spezzatino” dell’era Monassi. Resta in corsa Fincantieri
Uno scorcio del Porto Vecchio. In primo piano l’area dell’Adriaterminal gestitata da Genoa Metal terminal
Uno scorcio del Porto Vecchio. In primo piano l’area dell’Adriaterminal gestitata da Genoa Metal terminal

Scongelato il Porto Vecchio, finisce anche l’era dello “spezzatino”, quello che Marina Monassi aveva tentato di fare tagliandolo in tante piccole fettine senza un masterplan complessivo. La legge sulla sdemanializzazione afferma che «sono fatti salvi i diritti e gli obblighi derivanti dai contratti di concessione di durata superiore a quattro anni in vigore che sono convertiti, per la porzione di aree relative, in diritto di uso in favore del concessionario per la durata residua della concessione».

Restano saldi dunque Genoa Metal terminal, che fa parte del gruppo olandese Steinweg e che gestisce l’Adriaterminal con una concessione di 15 anni valida fino al 2022 e la Saipem, leader mondiale nel settore dei servizi per l’industria petrolifera offshore e onshore che sul lato del Nord dell’Adriaterminal e sul Molo primo ha una base logistica in concessione per dieci anni, oltre logicamente a Greensisam titolare di una concessione addirittura novantennale sui primi cinque Magazzini storici.

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Vengono invece a decadere le richieste di concessione avanzate in base all’ultimo bando dell’Authority con la formula appunto dello “spezzatino” che aveva totalizzato la miseria di otto adesioni per alcune delle quali però l’Authority stava già concludendo l’istruttoria. Due si sono già autoeliminate.

La Provincia infatti, che puntava sul Magazzino 19 per realizzarvi la nuova sede dell’Istituto Nautico, vi ha rinunciato indirizzandosi verso nuovi spazi nello storico edificio di piazza Hortis e una base a mare sul Molo Fratelli Bandiera. Dietrofront anche da parte della Curia che, in seguito a un anomalo invito fatto dalla stessa presidente Monassi, aveva fatto richiesta di insediare una chiesetta nell’ex Centrale di compensazione, una torretta che si trova nei pressi dell’ingresso di largo Santos.

Le altre sei richieste come detto vanno ripresentate in base al bando di gara che farà il Comune presumibilmente verso la fine dell’anno dopo che sarà stato portato a termine lo spostamento del Punto franco e vi sarà l’atto ufficiale di passaggio di mano dei Magazzini storici e di tutti gli spazi, esclusa linea di costa, Adriaterminal, stabilimenti balneari e società nautiche. La più importante richiesta avanzata era quella di Fincantieri per realizzare una cittadella del turismo nautico con ormeggi per megayacht, albergo, foresteria, uffici e magazzini. Fincantieri aveva richiesto il bacino compreso tra il Molo Zero e il Molo Primo, le banchine e i Magazzini 24 e 25.

Il bacino tra Molo Zero e Molo Primo e i Magazzini 24 e 25 a cui è interessata Fincantieri
Il bacino tra Molo Zero e Molo Primo e i Magazzini 24 e 25 a cui è interessata Fincantieri

Sul Molo Terzo puntavano sia Greensisam per ampliare l’area di propria pertinenza che già include, come detto, i primi cinque magazzini che Michael Hatzakis, vicepresidente di Minoan lines, che punta a realizzarvi il terminal di una linea di aliscafi per collegamenti veloci con Venezia, Ravenna, l'Istria e la Dalmazia.

Difficilmente avrà un seguito la richiesta della Camera di commercio: il presidente Antonio Paoletti, in virtù anche di un forte feeling con Marina Monassi aveva messo gli occhi sui Magazzini 27 e 28 per realizzarvi un Centro espositivo, una sorta di sede fieristica però già bocciata dalla Regione e non concordata con le altre amministrazioni.

Altre due richieste di concessione erano state avanzate. Per insediarsi nella palazzina dell’ex refettorio aveva presentato una richiesta l’associazione culturale Porto arte. L’ultima proposta infine era partita dalle Officine Belletti.

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