In rovina l’ex caserma “Monte Cimone”

L'ex caserma “Monte Cimone” di Banne, che si sviluppa su un'area di 250mila metri quadrati, è stata dismessa nei primi anni '90, e dopo la chiusura, come successo per altri immobili, non c’è stata un'adeguata manutenzione o almeno un controllo costante.
Il terreno su cui è stata costruita fu giù utilizzato dall'Esercito molti decenni fa, e intorno al 1930 si realizzarono nuove strutture, trasformando il comprensorio in caserma. Dopo l'incendio divampato nel 2013, la caserma ha subìto pesanti danni, ma quelli più gravi sono stati causati da atti vandalici e dalle intemperie.
Entrando nell’area ci si accorge subito delle condizioni pessime degli edifici. Sulla destra si trovano quelle che probabilmente erano officine e box per i veicoli, di fronte gli ex alloggi degli ufficiali, sulla destra quelli dei soldati e probabilmente anche una cripta. Altri edifici non è possibile vedere, a meno di addentrarsi nella boscaglia.
C'è un progetto per costruire nello spazio dell'ex caserma un asilo nido, dei campi sportivi, un museo di storia naturale del Carso, un soggiorno diurno per anziani, un deposito per i carri del Carnevale di Opicina, oltre che degli spazi per chioschi enogastronomici in occasione delle sagre estive. Il progetto comprende anche un canile sanitario assistenziale, nel quale, a pagamento, potranno essere lasciati gli animali non più desiderati dalle famiglie, così da prevenirne l'abbandono o il randagismo. Dovrebbero essere costruiti anche un gattile e un polo zoofilo, costituito da un cimitero per animali di piccola taglia, da una zona riservata alla sgambatura dei cani, da un eventuale centro di addestramento e da un percorso didattico-naturalistico per vedere gli animali che vivono nella zona.
A qualche chilometro di distanza, a Borgo Grotta Gigante, sorge anche un’ex polveriera, dismessa negli anni '90. che si sviluppa su un'area di 264mila metri quadrati. Nel 2013 l’area è passata dall'Agenzia del Demanio al Comune di Sgonico, con un accordo firmato dall'allora sindaco Mirko Sardoc. Il futuro dell'ex polveriera, secondo le informazioni diffuse all’epoca del trasferimento, era indirizzato verso una valorizzazione del settore agricolo. Peccato che poi nulla sia stato fatto, e ora il sito appare come una sorta di villaggio, abbandonato nel verde, che a differenza di caserme dismesse o altri beni in rovina, sembra non stonare troppo con l'ambiente essendo quegli edifici bassi e spesso nascosti tra gli alberi.
Michele Sandri
II C
Istituto Nautico
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