In sella a 79 anni lungo la ciclabile dell’Alpe Adria

Giorgio Vascon affronterà  i 300 chilometro del percorso con i 10 amici del gruppo “Finché podemo... pedalemo”: «La bicicletta è libertà» 

sagrado

Dalla patria di Mozart alle rive dell’Isonzo in sella alla bicicletta. Per passione e per vivere un’avventura diversa dal solito all’insegna del rispetto dell’ambiente. È quanto vivranno undici ciclisti isontini, che oggi sono partiti in treno, con le loro bici al seguito, dalla stazione di Sagrado per raggiungere Salisburgo. Di lì il gruppo monterà in sella per coprire oltre 300 chilometri lungo la pista ciclabile Alpe Adria, tornando a Sagrado nel giro di tre giorni.

Protagonista di questa storia sono gli appassionati del gruppo “Finché podemo... pedalemo”, fondato da Aldo Comar e Corrado Del Bello. Con loro nell’avventura austriaca ci saranno Vincenzo e Luca Egarese, Flavio Teric, Maurizio Bonutti, Maurizio Ferrazzo, Giorgio Vascon, Elena Bin, Emil Senfter e Rita Oblach.

«Non siamo agonisti o sportivi, ma amiamo la bicicletta, ci spostiamo quotidianamente sulle due ruote e ci piace macinare chilometri – racconta Del Bello –. Ci teniamo in allenamento, e diverse volte all’anno partecipiamo a pedalate amatoriali più o meno impegnative».

L’autentico beniamino del gruppo è però Vascon, inossidabile in sella con i suoi 79 anni e una media di 12 mila chilometri all’anno coperti pedalando. «Il più esperto? Diciamo chiaramente che sono il più vecchio – scherza Vascon –. La bicicletta per me vuol dire libertà, mi fa sentire vivo, me stesso. Senza contare che fare turismo sui pedali vuol dire scoprire luoghi e paesi da un punto di vista del tutto diverso». E notare, magari, le differenze tra una nazione e l’altra. «Di certo quelle che riguardano la mobilità sostenibile – dice Vascon –. Ultimamente da noi sono stati fatti passi avanti per quel che riguarda le piste ciclabili, ma oltreconfine, in Austria soprattutto, sono a un altro livello».



Riproduzione riservata © Il Piccolo