In tanti per l’ultimo saluto a Berti

Impossibile non volere bene ad Amilcare Berti. Tanta commozione, abbracci tra persone che hanno condiviso con lui momenti indimenticabili per lo sport cittadino. Era colmo di persone ieri pomeriggio il duomo di Buja, dove si sono svolti i funerali dell’ex patròn della Triestina morto giovedì a Udine dopo che in pochi mesi una malattia lo ha stroncato all’età da 73 anni da compiere. Amici e industriali, ma soprattutto tanti rappresentanti del mondo del calcio presenti per l’ultimo applauso spontaneo all’uscita del feretro dalla chiesa.
Oltre a parenti e amici, c’erano i tifosi triestini e gli "eroi di Lucca". Non poteva mancare tra gli altri Ezio Rossi, allenatore che in coppia con Berti sfiorò la A. Renzo di Justo, preparatore dei portieri di quella Unione, lo ricorda così: «Persona di grande valore intellettuale, corretto. Con lui bastava la stretta di mano. Divertente con tutti, sapeva darti la giusta carica». Un presidente amato dai tifosi, per i suoi modi folkloristici. Lorenzo Campanale, leader della Curva Furlan, ne sottolinea le qualità umane: «Teneva tanto a noi e al tifo. Ci ha fatto emozionare, con le sue presenze in panchina, nelle trasferte. Un dodicesimo uomo in campo, lo piangiamo perché ha fatto tanto per Trieste». Fabio Scoccimarro, all'epoca presidente della Provincia: «Un imprenditore da cui c'era da imparare, come uomo di sport un esempio rarissimo di correttezza».
In rappresentanza della Figc ecco Luigi Molinaro, del Comitato regionale: «Ho avuto l'onore di toccare con mano la sua professionalità. La Triestina purtroppo è finita dopo la sua era». Adriano Del Prete, dirigente con Berti, lo ringrazia per quanto fatto nel capoluogo giuliano: «Al di là delle qualità umane, morali e professionali che già altri hanno ricordato, ci tengo, e spero di farlo anche a nome di tutti coloro che vogliono bene alla Triestina, a ringraziarlo, non per i sogni ma per le realtà che ci ha fatto vivere».
Nella mente di Denis Godeas, tantissimi aneddoti: «Solo in seguito ci si è resi veramente conto di ciò che ha fatto. Figura illuminata, che ragionava al doppio della velocità rispetto gli altri». E poi ieri c’erano loro, gli “eroi di Lucca”, i giocatori che hanno fatto sognare Trieste. Andrea Boscolo: «Un presidente d'altri tempi. Oggi si vede quello che ha lasciato in tutti noi ex giocatori di quella Triestina». Gianluca Birtig: «Aveva portato da subito qualcosa di nuovo, non il classico presidente. Aveva il suo stile imprenditoriale, mi ha fatto vivere un sogno e i risultati gli hanno dato ragione». Filippo Masolini di quella Triestina era il faro di centrocampo: «Io ero arrivato a Trieste con parecchi anni di carriera alle spalle, e un personaggio del genere non lo avevo incontrato mai. Sovvertendo alcune dinamiche aveva creato all'inizio qualche problema, ma alla fine aveva ragione lui, non solo per i risultati ma per il suo modo di approcciarsi. Diretto, schietto, molto più di quello che voleva far trasparire».
Al termine della cerimonia, in tanti hanno portato le condoglianze alla famiglia e l’ultimo saluto a Berti, che per sua volontà sarà cremato.
Guido Roberti
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