“Indagine” dell’ateneo sui misteri della Terra

Siamo arrivati sulla Luna e su Marte, ma sappiamo ancora pochissimo dei segreti del nostro Pianeta: l’interno della Terra finora lo abbiamo conosciuto perlopiù in modo indiretto, perché le perforazioni a chilometri di profondità sono molto difficili e costosissime.
Ora grazie a un progetto internazionale che vede un forte coinvolgimento dell’Università di Trieste la comunità scientifica potrà tentare di rispondere ad alcuni dei tanti misteri ancora insoluti nelle scienze della Terra, da come si forma la crosta terrestre, qual è la sua struttura e composizione a come questi elementi influenzano l'attività vulcanica in superficie, i terremoti e la vita. Si tratta del progetto DIVE (Drilling the Ivrea-Verbano ZonE), che prevede delle perforazioni scientifiche in una località geologica unica al mondo: «Un ambiente geologico chiave per rispondere a molti quesiti ancora insoluti sul nostro Pianeta è la radice della crosta continentale, che però si trova in media 30 km sotto la superficie terrestre, rendendo di norma impossibile il suo studio diretto - spiega Luca Ziberna, ricercatore in Petrologia e Petrografia del dipartimento di Matematica e Geoscienze e coordinatore del progetto per l’Ateneo triestino -. Ma nelle Alpi occidentali italiane c’è una zona in cui, a causa degli eventi che hanno formato la catena montuosa, la radice della crosta continentale è stata riesumata, risultando oggi in parte esposta e in parte situata a pochi chilometri di profondità»
. Grazie a un primo finanziamento di un milione di euro da parte dell’International Continental scientific Drilling Program, ente con sede in Germania, si potrà sfruttare questa eccezionalità effettuando le prime perforazioni nelle rocce cristalline della Val d’Ossola (Piemonte). «I pozzi e i nuclei di roccia che verranno ricavati dalle operazioni di perforazione, della lunghezza di 1 km ciascuno e del diametro di circa 8 cm, potranno essere studiati dai ricercatori della nostra università in collaborazione con più di 30 ricercatori provenienti da Europa, Nord America e Asia - sottolinea Alessandro Baraldi, collaboratore del rettore alla Ricerca scientifica e ai dottorati di ricerca dell’Università di Trieste -. Si tratta di un’occasione unica nel panorama della ricerca a livello mondiale». Questi studi s’inseriranno nei temi d’interesse della comunità geologica internazionale, che vuole andare a definire diverse caratteristiche del nostro pianeta. «Il primo obiettivo è l’esplorazione dell’architettura della crosta continentale terrestre - aggiunge Luca Ziberna -, per la calibrazione di modelli geofisici per determinare le strutture profonde della Terra. Inoltre ci si aspetta di ottenere preziose informazioni sulla dinamica della crosta continentale e sui processi che la formano e la modificano. Infine sarà possibile sondare i limiti della vita e gli impatti biogeochimici all'interno di rocce cristalline nei primi chilometri al di sotto della superficie terrestre». Il progetto, la cui parte operativa inizierà nel 2021/2022, prevede anche una componente rilevante di divulgazione scientifica a livello sia nazionale che internazionale. Oltre a Luca Ziberna per l’Università di Trieste, è coordinato da Alberto Zanetti (Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR di Pavia), Othmar Müntener e György Hetényi (Università di Losanna). —
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