Infermiera di 37 anni trovata morta sul bus

La Procura apre un’inchiesta sulla fine di Federica Vassallo e ordina l’autopsia
di Claudio Ernè
Era seduta su una poltroncina della terza fila. Sembrava dormisse. Una passeggera l’ha osservata per un paio di volte. Qualcosa strideva nella posizione del corpo, sembrava innaturale. Un altro passeggero, un ragazzo, si è avvicinato alla poltroncina, le ha sfiorato con delicatezza un braccio e ha dato subito l’allarme. Un attimo dopo Mario Savron, l’autista del bus della linea 20 diretto a Muggia, ha fermato il mezzo in piazza Foraggi e si è messo in contatto con il centro radio della Trieste Trasporti. Erano le 21.28 dell’altra sera e in quel momento si è aperto un giallo. La giovane che sembrava dormisse si chiamava Federica Vassallo, aveva 37 anni, aveva lavorato come infermiera professionale e abitava in un appartamento di via del Bergamino 19 dove vivono anche il padre Antonio - noto neurochirurgo - e la famiglia. Come e perché la giovane donna sia morta dopo essere salita sul bus, nessuno è al momento in grado di dire. Non hanno saputo fornire elementi utili per chiarire il mistero, né i passeggeri del bus che non si erano accorti del dramma che avveniva lì, accanto a loro né gli agenti della squadra volante, intervenuti subito, assieme agli uomini del 118. Nè tantomeno gli investigatori della squadra mobile che hanno ispezionato palmo a palmo il pavimento del bus e le zone sottostanti ai sedili alla ricerca di qualcosa che potesse spiegare il mistero. Ha dovuto allargare le braccia in segno di resa anche il medico legale Fulvio Costantinides che ieri notte ha esaminato a lungo all’interno del bus il corpo di Federica Vassallo.


«Cause di morte da determinarsi». In sintesi dai primi atti dell’inchiesta non è emerso nulla che possa allentare la morsa degli interrogativi. Per fare chiarezza su questo decesso il pm Giorgio Milillo ha aperto un’inchiesta. «Atti relativi alla morte di Federica Vassallo» si legge sulla copertina del fascicolo. Nelle prossime ore il magistrato inquirente affiderà allo stesso dottor Costantinides l’incarico di sottoporre ad autopsia il corpo della giovane. Saranno effettuate anche una serie di analisi a tutto campo per chiarire le cause di questa morte avvenuta su un bus in corsa, partito pochi minuti prima dal capolinea della Stazione centrale, A bordo c’era un notevole numero di passeggeri.


A quale fermata sia salita a bordo l’infermiera, deve essere ancora stabilito. Dopo le 21 per raggiungere dalla stazione centrale viale D’Annunzio e piazza Foraggi, sono necessari a un bus dagli otto ai dodici minuti. I diversi tempi sono naturalmente condizionati dal colore verde o rosso dei semafori e dalle persone che scendo o salgono alle varie fermate. Il dramma si è consumato in questo ristretto spazio di tempo: 10 minuti. Nessuno ha sentito invocare aiuto, nessuno ha visto la giovane perdere i sensi. Solo una passeggera ha intuito che stava male e un ragazzo è andato ad avvisare il conducente.


Federica Vassallo era seduta con la schiena rivolta nella direzione di marcia del bus e guardava, attraverso la frangetta dei suoi capelli, verso la parte posteriore del mezzo pubblico. «È un caso strano, mai avvenuto a Trieste», hanno confermato gli autisti della Trieste Trasporti. Non era mai successo che una persona di giovane età morisse a bordo di un mezzo pubblico, in mezzo ai passeggeri.


L’inchiesta disposta dal pm Milillo sarà gestita dagli investigatori della squadra mobile, che già l’altra notte erano stati chiamati dai colleghi delle volanti in piazza Foraggi. Lì, gli accertamenti si sono protratti fino a dopo la mezzanotte. Solo a quell’ora Mario Savron è potuto rientrare al deposito e poi a casa, a Muggia. I tempi di soluzione del mistero non si annunciano brevi. Verranno effettuate l’autopsia, le analisi tossicologiche e tutti gli esami che il medico legale riterrà necessari per chiarire il mistero sulla fine di Federica Vassallo.

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