Infermieri laureati a Empoli «C’è stato danno erariale»

L’ex “Stato maggiore” dell’Azienda sanitaria triestina è stato condannato a pagare 120 mila euro per aver provocato un danno erariale alla stessa Ass. Franco Rotelli, già direttore generale, dovrà versare 60 mila euro; Mario Reali, ex direttore sanitario e Fulvio Franza, direttore amministrativo, 30 mila ciascuno.
Lo ha deciso la Corte dei conti che ha accolto la tesi del vice procuratore generale Tiziana Spedicato. I tre dirigenti pubblici dovranno inoltre pagare le spese di giudizio, gli interessi legali sui 120 mila euro da oggi al momento in cui effettivamente verseranno il dovuto e i propri avvocati. Se fossero stati assolti le parcelle sarebbero state onorate dalla stessa Ass.
La condanna è direttamente collegata al corso di laurea seguito nella sede di Empoli dell’Università di Firenze da una decina di infermieri triestini, lì “inviati” dalla stessa Ass su decisione di Franco Rotelli e degli altri due dirigenti. A Ofelia Altomare, Livia Bicego, Darinka Daneu, Cristina Stanic, Barbara Laderca, Loretta Lattanzio, Maila Mislej, Cinzia Orlando e Flavio Paoletti, l’Azienda sanitaria ha pagato con denaro dei contribuenti oltre l’iscrizione ai corsi anche le spese di viaggio, vitto e alloggio per un triennio di frequenza.
«L’aspetto certamente più grave di questa vicenda consiste nel fatto che per il raggiungimento e il conseguimento delle posizioni dirigenziali previste dalle leggi è necessario superare un concorso pubblico, senza che vi fosse alcuna garanzia che i beneficiari di questa forma di comando finalizzato effettivamente partecipassero alle selezioni con esito positivo». Lo scrivono nella sentenza il presidente della Corte Enrico Marotta e il giudice Alberto Rigoni.
Ma non basta. «I costi sostenuti dall’Azienda per consentire a questi dipendenti di conseguire la laurea non trovano giustificazione nel ritorno in termini di formazione professionale; si tratta invece di un vantaggio ingiustamente riconosciuto ad alcuni infermieri per ottenere agevolazioni in termini di rimborso spese e di mantenimento della retribuzione comunque percepita, per conseguire un titolo di studio che avrebbe consentito loro di partecipare a un concorso per dirigenti».
Secondo i giudici ai dieci infermieri di categoria D o DS avrebbe tutt’al più essere concesso - in base al contratto di lavoro - un “congedo per formazione” e non certo un comando finalizzato. Per i magistrati emerge dal processo la “colpa grave” dei tre manager, «in quanto l’illegittimità della loro decisione è stata originata violando le disposizioni del Contratto di lavoro, nonché le elementari norme di imparzialità e di efficienza amministrativa».
La sentenza sottolinea come la delibera con cui i dieci infermieri hanno potuto frequentare l’Università ad Empoli, in un verso «ha creato una disparità di trattamento all’interno del personale infermieristico, con una scorretta utilizzazione dei fondi destinati alla formazione; nell’altra ha consentito ai beneficiari di acquisire una formazione utile per le mansioni svolte all’interno dell’Ass». Il danno contestato dalla Procura raggiunge i 189 mila euro, ma i giudici hanno in qualche modo ridimensionato la cifra del danno erariale a 120 mila, per le positive ricadute professionali delle lauree conseguite sul buon andamento dell’Ass.
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