«Inferno negli occhi e non ho più la casa Salvato da un eroe»

Claudio Collino dimesso dall’ospedale dopo il rogo di Ronchi: «Davide Ramani mi ha liberato con i pompieri e i carabinieri»
Di Luca Perrino
Bonaventura Monfalcone-03.08.2016 Incendio-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-03.08.2016 Incendio-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura

RONCHI DEI LEGIONARI. Sta bene Claudio Collino, il cinquantacinquenne musicista di Ronchi dei Legionari coinvolto, nel pomeriggio di mercoledì, nel furioso incendio che ha devastato il suo appartamento al numero 18 di via Volontari della Libertà. Prontamente trasportato da un’ambulanza del 118 al pronto soccorso dell’ospedale di San Polo, è stato sottoposto ad alcuni accertamenti sulle condizioni di salute, le quali hanno verificato il grado di intossicazione dal fumo sprigionatosi copioso dalle fiamme. Collino è stato poi dimesso e ha pututo far ritorno a casa. Non certo nel suo appartamento che, a seguito dell’incendio, è stato dichiarato per il momento inagibile. Bisognerà ora accertare le condizioni dell’edificio ed effettuare alcuni lavori prima di potervi rientrare. E non sarà certamente cosa di pochi giorni.

Il musicista, assieme alla moglie, Manuela Braida, hanno trovato temporanea ospitalità a casa dei genitori di lei. «È questo il vero, grande dramma – racconta Collino – perché in un attimo le tue abitudini quotidiane vengono stravolte. In pochi attimi ti ritrovi senza nulla e devi sopportare uno stato d’animo che è difficile immaginare. Da un momento all’altro sei senza le tue quattro mura domestiche, senza le tue cose, sei privato di tutto. E meno male che ci sono i suoceri che ci possono dare una mano».

Collino era da solo in casa quando è scoppiato l’incendio. La moglie Manuela, infatti, era al lavoro nel suo negozio di acconciature in via Monte Cosich. «È stato tutto in un attimo – continua – ed è scoppiato l’inferno. Non mi sono quasi reso conto, il fumo era acre e copioso. Ringrazio tutti coloro i quali mi hanno dato una mano, i Carabinieri, i Vigili del fuoco, i sanitari del 118 e sopratutto ringrazio Davide Ramani, titolare dello studio Serigi Engineering, che ha fatto di tutto per liberarmi da quell’incubo e mi ha tratto in salvo. È stato il mio eroe».

Sono stati davvero momenti drammatici quelli seguiti allo scoppio dell’incendo, provocato, a quanto pare, dal surriscaldamento di una scheda elettronica della caldaia che si trova in una veranda sul retro dell’abitazione. È possibile che il caldo torrido di questi giorni abbia trasformato in un vero e proprio forno quel vano dell’appartamento e che la caldaia ne abbia risentito.

I Vigili del fuoco, assieme ai Carabinieri della stazione di via del Macello, sono al lavoro per capire meglio le dinamiche dei fatti. Proprio i dipendenti dello studio di ingegneria navale che si trova sotto all’abitazione e i proprietari delle due attività commerciali situate al piano terra della palazzina di via Volontari della Libertà, hanno sentito i botti causati dallo scoppio delle vetrate aggredite dal forte calore. Non ci ha pensato due volte, Davide Ramani che, poi, è stato raggiunto dai carabinieri e dai pompieri. Assieme hanno aiutato Collino a mettersi il salvo.

«Sono felice di parlarne, anche se non ho vissuto dei bei momenti. Ero abbastanza tranquillo, ma non si può mai sapere. Ciò che mi rattrista, ora, è vedere la nostra casa in quelle condizioni», rimugina Collino. È un professionista molto conosciuto: pianista, musicista e produttore. Ha lavorato a lungo negli Stati Uniti, anche come compositore. Sua la colonna sonora del film Sexy Shop, tratto dal romanzo di un altro ronchese, Vincenzo Marega.

Le fiamme, originatesi dalla caldaia, hanno trovato facile esca nei mobili e nelle suppellettili di casa. Il fumo ha invaso tutta l’abitazione ed i Vigili del fuoco, giunti con tre squadre da Monfalcone e da Grado, hanno dovuto lavorare, prima di aver ragione delle fiamme e, successivamente, per smassare tutto il materiale, con l’aiuto provvidenziale degli autorespiratori. Senza di essi sarebbe stato impossibile lavorare. Un lavoro durato alcune ore, durante il quale è stata usata molta acqua. Acqua che, lentamente, si è infilrata nel piano sottostante, dove ha sede la Serigi Engineering e dove il personale ha dovuto mettere in salvo prima il prezioso server e, quindi, alcuni computer. Nessun apparente danno, invece, per il GM Pub, che ha potuto riaprire in serata e per il negozio di materassi Puntonotte che, ieri mattina, ha aperto regolarmente le serrande. Durante l’incendio Polizia locale e Polizia di Stato hanno proveduto a chiudere al traffico l’importante asse stradale, attuando delle deviazioni lungo via 24 Maggio, via 4 Novembre e via San Lorenzo.

@luca_perrino

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