Infiltrazioni e pozzanghere a terra nelle sale del Lapidario Tergestino

La scena non è passata inosservata ai numerosi visitatori che nella giornata di domenica hanno preso letteralmente d’assalto le testimonianze dell’antica Tergeste in occasione dell’edizione triestina del Faimarathon. Un record di presenze (circa 1500 in totale) che si sono riversate nella cornice del Colle di San Giusto. Ma in una delle tappe dell’itinerario, precisamente quella del Lapidario Tergestino all’interno del Bastione Lalio, triestini e turisti hanno trovato una sorpresa poco gradita. Alla base della scalinata di ingresso e in un paio delle sale espositive, che raccolgono più di un centinaio di monumenti onorari e funerari, la struttura presentava delle infiltrazioni d’acqua. A terra infatti si erano formate consistenti pozzanghere, tanto che gli stessi volontari che guidavano i visitatori nel percorso storico, chiedevano di prestare attenzione.
Le gocce d’acqua peraltro continuavano inesorabilmente a cadere all’interno, tanto che alcune opere erano state preventivamente schermate con protezioni in plexiglass, mentre sul soffitto erano stati sistemati dei teli. «Dobbiamo fare i conti con una doppia criticità - spiega Nicola Bressi, direttore dei civici musei -. Da una parte ci sono delle infiltrazioni d’acqua che quando piove con una certa intensità creano problemi. Dall’altra abbiamo scoperto che c’è anche una vecchia tubatura rotta. Due situazioni che si sono aggravate sempre di più negli ultimi tempi e sulle quali non è semplice intervenire». «Siamo ben consci del problema, ma qui non ci troviamo in un semplice condominio dove puoi iniziare a rompere i muri per trovare il guasto - prosegue Bressi -. Stiamo parlando di un Castello storico che incarna un bene vincolato, sorto in una zona, come quella del Colle di San Giusto, peraltro particolarmente ricca d’acqua. Si tratta dunque di agire con la massima cautela nel rispetto dei vincoli imposti dalla Soprintendenza». Le sale espositive del Lapidario Tergestino sono state inaugurate nel 2000 e rientrano nel complesso di cui fanno parte l’Orto Lapidario, il Giardino del Capitano e il Museo di Storia ed Arte. Al loro interno ci sono sculture, bassorilievi, frammenti architettonici di edifici sacri, dell’area capitolina e delle necropoli. Oltre a una serie di statue che ornavano il Teatro Romano. Una delle sale infine è dedicata ai mosaici romani della lussuosa Villa marittima rinvenuta a Barcola, collocabile in tarda età repubblicana. «Abbiamo già fatto un paio di sopralluoghi e mi sto impegnando personalmente per risolvere il problema il prima possibile insieme ai tecnici dell’area lavori pubblici - afferma l’assessore comunale alla Cultura Giorgio Rossi -. Il Castello di San Giusto è uno dei siti di maggiore valenza storica della città e non può presentare queste problematiche. Abbiamo trovato degli ambienti trascurati e siamo pronti a studiare nuove soluzioni. Nel 2017 il Castello sarà oggetto di un rilancio complessivo e nella nostra idea andrà a ospitare tutta una serie di eventi e manifestazioni».
Domenica il sito era inserito nell’itinerario cittadino di Faimarathon, che ha attirato moltissimi visitatori, triestini e non solo. «La nostra “mission” è proprio quella di tutelare e salvaguardare il patrimonio storico e artistico che però non sempre si presenta nelle migliori condizioni - precisa Mariella Marchi, capodelegazione Fai Trieste -. Va detto però che da parte delle istituzioni c’è sempre stata grande attenzione sul tema, mentre il vero problema è quello della cronica carenza di risorse. In questo senso il Fai è pronto a scendere in campo con campagne di sensibilizzazione e raccolta fondi».
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