Influenza dilagante e dottori di famiglia chiusi per le Feste, Guardia medica subissata di chiamate
Sotto le feste cinque giorni di fila senza ambulatori dei medici di base hanno messo in crisi il servizio di continuità triestino. Ora si temono altri disagi

Cinque giorni con gli ambulatori dei medici di medicina generale fuori dai giochi viste le festività e le linee telefoniche della Guardia medica (oggi Servizio di continuità assistenziale) sono diventate roventi. Raccogliendo un numero record di chiamate, «ben 2.500 a Trieste», riferisce il direttore generale di Asugi Antonio Poggiana calcolando quelle arrivate dal pomeriggio del 24 dicembre, dalla Vigilia quindi, fino all’alba di lunedì mattina.
Senza contare, poi, l’impegno dei medici dello stesso servizio per le visite, gli interventi a domicilio. «Un sovraccarico di chiamate e di lavoro – spiega Poggiana – però non ho evidenza ci siano stati gravi problemi, ma qualche disservizio con una simile mole di lavoro e di richieste può essere capitato».
A testimoniare che il servizio abbia riscontrato qualche criticità è anche la segnalazione della nostra lettrice Valentina Irrera. Che riferisce di aver contattato il servizio della Guardia medica il 27 dicembre, verso le 18 «per un consulto medico urgente».
E racconta: «Atteso un numero ragionevole di squilli, rispondeva un gentile centralinista che, dopo aver registrato i miei dati, mi informava della presenza di ben 110 chiamate in attesa e che pertanto sarei stata ricontattata dopo circa 2 – 3 ore». Un’attesa comprensibile a questo punto conoscendo il numero da record di telefonate arrivate da Trieste. Ma «trascorse già 24 ore nessuno si è più fatto vivo», denuncia Irrera.
«Comprendo che sia un periodo di feste – sottolinea –, ma ciò non giustifica un così grave sottodimensionamento del personale in turno, tale da provocare l’interruzione del pubblico servizio stesso». In realtà non era il personale ad essere sottodimensionato, bensì il numero delle richieste che molto probabilmente è stato sottostimato. Nessuno probabilmente si aspettava dati simili.
«Naturalmente la responsabilità non è degli operatori in servizio che sicuramente avranno fatto del loro meglio per smaltire il super lavoro, ma di chi non l’ha organizzato adeguatamente», sostiene la lettrice.
A giocare un ruolo non indifferente è stata anche l’influenza che sta costringendo a letto moltissimi triestini. Il periodo quindi è già di per sé incandescente dal punto di vista delle richieste di aiuto, tra certificati medici, prescrizioni, visite e consigli.
Per il servizio della Guardia medica, tra l’altro, non sarà una passeggiata neppure questa settimana. Il personale sarà nuovamente in prima linea visto che i medici di medicina generale non saranno nei loro ambulatori mercoledì e giovedì, e poi come di consueto neppure sabato e domenica.
Dunque, con quattro giorni di ambulatori chiusi, il numero delle chiamate al Servizio di continuità assistenziale tornerà ad essere elevato. —
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