Intervento provvisorio sul guasto di Krško

TRIESTE. «Tutto sotto controllo, nessun rischio per la popolazione», sono queste le parole d’ordine che sono risuonate ieri a Krško durante la conferenza stampa svolta dal direttore della centrale nucleare, Stane Rožman a seguito dell’incidente che ha provocato la “frattura” di tre barre di uranio. «La sicurezza dell’impianto non è stata compromessa», ha spiegato Rožman sostenendo che il guasto «non costituisce niente di particolarmente eccezionale». Ma Greenpeace non crede alle sue parole e chiede l’immediato stop della centrale fino a quando non vengono accertate con certezza le cause del guasto e i frammenti recuperati non siano posti in sicurezza. Secondo la ricostruzione dei fatti svolta dai responsabili della centrale di Krško il danneggiamento delle tre barre di uranio durante il funzionamento dell’impianto è stato causato da vibrazioni provocate sulle barre dalla potente massa d’acqua che le investe e utilizzata nella fase di raffreddamento. Una barra, invece, si è spezzata successivamente nella vasca di raffreddamento assieme al rimanente “carburante” dopo l’uso. A causa delle eccessive vibrazioni sono stati danneggiati quattro elementi, tre dei quali si sono spezzati. Il fenomeno è stato accertato e analizzato e sono state predisposte delle contromisure a breve termine che saranno attuate nella fase dell’attuale rimontaggio della centrale. La riparazione definitiva sarà effettuata nel 2015. A causa del problema la fase di “rimontaggio” della centrale durerà, a detta del direttore, qualche settimana in più del previsto. Secondo Rožman le contromisure che saranno prese a breve termine - saranno sostituite tutte le barre danneggiate - sono sufficienti perché la centrale riprenda a operare in piena sicurezza. Gli interventi urgenti prevedono il rinforzo delle quattro barre di carburante con elementi di acciaio in grado di garantirne l’integrità mentre l’intervento più a lungo termine prevederà una sorta di piccola ricostruzione delle parti interne del reattore. È chiaro che questa metodologia operativa è stata scelta per garantire il maggior numero di ore operative alla centrale di Krško, viene da chiedersi se così operando la sicurezza dell’impianto viene realmente garantita e se non fosse stato meglio svolgere immediatamente l’intera operazione di “ricostruzione” (come l’ha definita Rožman) delle parti interne del reattore. Intanto i tecnici specializzati giunti dalla Francia hanno concluso la loro operazione di bonifica della vasca di raffreddamento del reattore. Con un piccolo robot teleguidato (lo chiamano in gergo il “sottomarino”) hanno raccolto dal fondo della vasca stessa tutti i frammenti e le parti che si sono formate dopo la “frattura” delle barre. Quanto raccolto dal robot è stato riposto e chiuso in uno speciale contenitore che viene custodito nella vasca del reattore.(m. man.)
ManzinMauro
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