Investita sullo scooter muore dopo 24 ore
La vittima era friulana ma viveva a Trieste da anni e lavorava in un noto locale
di Piero Rauber
di Piero Rauber

Era una friulana doc, anche nella tempra, nata a Palmanova e cresciuta a Manzano. Ma da quasi un decennio il suo mondo era diventato Trieste. Qui si era laureata (nel 2006, in Scienze della comunicazione) e aveva costruito amicizie, inseguito passioni, progettato il futuro. Proprio in questa città, che amava e dove si era fatta amare, il destino per Lorenza Forte, 29 anni, per gli amici «Lola», è stato inappellabile.
La ragazza - voto noto del Naima Jazz Caffè di via Rossetti, uno dei locali più trendy per gli universitari e i giovani in genere, dove aveva lavorato di frequente negli ultimi tre anni - ha perso infatti la vita all’ospedale di Cattinara a distanza di molte ore dallo schianto tra una Citroen Berlingo guidata dal 46enne triestino A.V. (rimasto illeso) e il suo scooter Aprilia Liberty, avvenuto sabato pomeriggio in via Battisti, all’incrocio con le vie Palestrina e Xidias, verso le 14.20. Un incidente con la dinamica ancora al vaglio della polizia municipale. Punti fermi sono, al momento, la marcia del mezzo a due ruote lungo via Battisti e la provenienza dell’auto da via Palestrina. L’impatto è stato violento e Lorenza Forte è rovinata a terra ma è rimasta coscente.
La giovane è stata trasportata con la massima urgenza al Pronto soccorso con una serie di gravi traumi agli arti e in altre parti del corpo. Da qui il trasferimento in sala operatoria e, successivamente, nel reparto di rianimazione con riserva di prognosi. In un primo momento si era fatta strada pure la speranza che quella proverbiale tempra potesse scongiurare il peggio. Ma verso mezzanotte si è reso necessario un ritorno in sala operatoria, per lottare contro le lesioni interne, in particolare al fegato, che ne stavano compromettendo le funzioni vitali. Nella notte, purtroppo, il cuore di Lorenza ha smesso di lottare.
Per tutta la domenica, su espressa volontà dei genitori uccisi dal dolore, che dal Friuli si erano precipitati al capezzale della loro unica figlia, la notizia del decesso è rimasta nella cerchia delle più intime conoscenze. Ora dopo ora, però, è cresciuto il passaparola tra gli amici e i più assidui frequentatori del Naima. E con il tam-tam sono cresciuti anche i segni tangibili dell’affetto e della stima che «Lola» si era meritata nella sua nuova città. Tanto che ieri mattina, mentre via Battisti riprendeva la sua frenesia dopo il deserto domenicale, c’erano dediche e poi mazzi e mazzi di fiori sui pali dei due semafori posti all’incrocio con via Xidias, davanti al luogo del drammatico incidente.
Da una parte delle orchidee e una rosa bianca, già consumata dal sole. E dall’altra un biglietto che profumava di sincerità: «A Lorenza, perché tu sappia che le persone che ti vogliono bene non ti dimenticheranno. Grazie per il tempo passato assieme». Sotto una sfilza di autografi. Daniela, Ilaria, Federica e tanti altri. Tre minuti a piedi, da quel maledetto incrocio, bastano per raggiungere l’ingresso del Naima, davanti al cinema Nazionale. E da lì ne bastano altri due per «bersi» la salita di via Rossetti e svoltare giù per via Crispi, dove la giovane aveva vissuto nell’ultimo anno.
«Una ragazza energica, sempre sorridente e propositiva», dicevano ieri in coro quelli che l’avevano conosciuta. Tra questi Franco Bulli, il titolare del Naima: «Questa notizia ci ha massacrati tutti. Qui Lorenza era di casa, era amata da tutti, al di là del fatto che ci aveva lavorato con assiduità. Ci veniva spesso anche con gli amici. Il suo sogno era lavorare nel campo della grafica al computer e per questo stava facendo dei corsi. Era una tipa tosta, vitale, da buona friulana qual era. E aveva davvero la testa sul collo. Qualità rara oggi...».
Argomenti:incidenti stradali
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