«Io, giovane israeliano, soffro per i manifesti antisemiti»

«Nel luogo in cui lavoro mi capita di trovare la stella di Davide abbinata alla svastica. Altre volte, passeggiando per città, vedo manifesti che inneggiano all’odio verso Israele». È la testimonianza di un giovane israeliano che vive a Trieste. Per lui, che viene da una terra dilaniata da una guerra decennale, vedere il modo in cui si tratta il tema del Medio oriente da noi può essere un’esperienza sconvolgente: «Ho visto addirittura dei manifesti abusivi che perfino per contestare l’Expo si richiamavano all’odio verso Israele, “reo” di avere un padiglione all’esposizione universale».
Studente e lavoratore, il ragazzo presenta un punto di vista che tocca un punto dolente in una città nella cui storia rientra l’unico campo di sterminio in territorio italiano: «Quello che mi preme di sottolineare è che si inizia con la propaganda ma poi si può arrivare alla violenza. Se si incita all’odio quando Israele si difende, c’è il rischio che si ripercuota sulla comunità ebraica di qui, che con la guerra non ha nulla a che fare».
Il giovane si è rivolto alla stampa dopo diversi anni di permanenza in Italia, esasperato dalla sensazione che nessuno cerchi veramente di capire a fondo le contraddizioni insite nel conflitto mediorientale, e si finisca troppo spesso per scaricare su Israele tutte le responsabilità di quello che là avviene: «Io non penso che l’Italia sia un paese razzista - spiega -, però molte volte ho l’impressione che si parli senza essersi informati. Ed è un peccato quando pochi sporcano il nome di tanti».
L’appello del giovane ai suoi concittadini a Trieste è a mantenere alta la guardia: «Quando compaiono manifesti antisemiti mi piacerebbe che chi ne è incaricato li togliesse. Una volta l’ho fatto io con le mie mani nel sottopasso della stazione, ma vorrei davvero che questa fosse una città in cui non c’è spazio per la propaganda antisemita». (g.tom.)
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