Ippica in crisi, driver di Montebello a Roma

Alla manifestazione anche una ventina di guidatori e proprietari triestini: «Settore in ginocchio»
Lasorte Trieste 06/04/10 - Ippodromo di Montebello
Lasorte Trieste 06/04/10 - Ippodromo di Montebello

Luci spente oramai da settimane. Atmosfera cupa anche al mattino, quando i cavalli vanno comunque in pista per conservare la condizione atletica in vista di una ripresa dell’attività di cui nessuno ha certezza e di cui evidentemente non si può conoscere l’eventuale data. Molta preoccupazione per il futuro professionale.

Doveva essere un 2012 di celebrazioni per l’ippica triestina, in occasione dei 120 anni di vita dell’impianto di Montebello inaugurato nel 1892. Invece la crisi del settore ha comportato uno sciopero dei driver: in Italia non si corre dalla fine dello scorso dicembre e Trieste non fa eccezione. Ormai nei box e nei corridoi delle scuderie si parla solo di un futuro sempre più incerto e si prepara la trasferta di giovedì a Roma. Nella capitale è prevista per dopodomani una grande manifestazione di protesta cui parteciperà una folta delegazione triestina composta da una ventina di persone. Gran parte dei driver che operano a Montebello, guidati dal presidente della categoria per il Friuli Venezia Giulia, Nicky Esposito, e da quello dell’Associazione dei proprietari dell’Alpe Adria, Francesco De Simeis, saliranno sull’aereo che porta al mattino presto da Ronchi a Roma. «Saremo più di mezzo migliaio da tutta Italia – annuncia Esposito – perché la crisi ci mette tutti in ginocchio. Noi driver non incassiamo perché non si corre ed è noto che viviamo di montepremi», precisa: «I proprietari altrettanto, però loro sono chiamati a pagare le pensioni mensili, in quanto i cavalli comunque mangiano, abbisognano di allenamenti e cure, possono aver necessità di assistenza veterinaria. Da questa situazione bisogna uscire – conclude – e a Roma ci faremo sentire e vedere». De Simeis è sulla stessa linea: «Qui si rischia di compromettere tutto – afferma sconsolato – un mondo fatto di passione centenaria rischia di scomparire. Andiamo a Roma decisi».

La preoccupazione comincia a crescere anche fra i dipendenti della Nord Est ippodromi, la spa che gestisce l’impianto di Trieste e quello di Treviso. Dopo i tagli al personale della scorsa primavera, i dipendenti della Nord Est sono rimasti in tutto meno di una decina, fra impiegati e addetti alla pista. Ma se non si riprende a correre anche per loro l’orizzonte potrebbe oscurarsi, e parecchio: c’è il rischio della cassa integrazione. «Per il momento – affermano negli uffici – stiamo utilizzando le ferie, poi si vedrà». Vittime innocenti e impossibilitate a difendersi sono i cavalli: «Li alleniamo e diamo loro da mangiare – spiega uno dei driver di Montebello – ma se i proprietari dovessero stufarsi di mettere soldi senza avere neppure la possibilità di un ritorno, in quanto non si corre, potremmo essere costretti a mandarli altrove».

Ugo Salvini

Riproduzione riservata © Il Piccolo