Iscrizioni insufficienti e dopo 33 anni chiude i battenti il “Paolino d’Aquileia”

IL COMMIATO
Cala il sipario, dopo 33 anni, sul liceo linguistico europeo “Paolino d’Aquileia”. L’istituto superiore paritario di via Seminario chiuderà i battenti alla fine dell’anno scolastico, quando gli studenti dell’ultima classe “sopravvissuta”, nove ragazzi che frequentano l’indirizzo scientifico con progetto sportivo, avranno effettuato l’esame di maturità.
A ufficializzare la notizia è don Giorgio Giordani, dal 2006 preside dell’istituto alla cui guida era subentrato allo storico fondatore, don Luigi Pontel. Nessun ripensamento, dunque, rispetto a una decisione maturata già a partire dal 2014, dopo la drastica riduzione dei contributi alle famiglie degli alunni degli istituti paritari da parte della Regione. Un “taglio” che aveva reso problematica la spesa di circa 4000 euro all’anno per la retta, a fronte oltretutto della concorrenza degli altri due licei linguistici goriziani, attivi al D’Annunzio e allo Slataper. Inevitabile quindi il processo che ha portato prima al ridimensionamento e ora alla scomparsa di una scuola, che – nata nel 1986 – viaggiava su una media di 250 studenti all’anno, con docenti di madrelingua di grande prestigio, un laboratorio linguistico all’avanguardia, soggiorni all’estero e una preparazione di prim’ordine per i ragazzi.
«Molti dei nostri diplomati – ricordano don Giordani e il vicepreside Roberto Grion, insegnante al “Paolino” sin dalla fondazione – ora ricoprono incarichi importanti anche in terra straniera. Con la chiusura della scuola vorremmo promuovere un grande raduno di ex allievi, unitamente a una giornata di studi: sarà un momento in cui si mescolerà la nostalgia per quella che è comunque una perdita per il panorama scolastico cittadino, alla gioia di ritrovarsi e a parlare del futuro che si profila per l’ex seminario».
Scorrendo l’elenco dei diplomati sfornati dal “Paolino”, spiccano diversi nomi noti fra i quali il regista Matteo Oleotto, l’attrice Anita Kravos, l’ex assessore regionale Sara Vito e il campione di nuoto Lorenzo Glessi, iscritto alla sezione sportiva, istituita nel 2011, con la quale la Curia aveva voluto ampliare l’offerta formativa.
Ma sono molto interessanti anche i progetti per il riutilizzo degli spazi che, dalla prossima estate, rimarranno vuoti (comprese le quattro aule dove, in affitto, ha trovato posto quest’anno il Ciels con gli studenti dell’ultimo anno, dopo l’abbandono di villa Ritter). Ne parla l’economo della Curia don Stefano Goina, premettendo che il futuro del settecentesco edificio è subordinato a dei lavori di ristrutturazione per i quali sono già stati ottenuti finanziamenti appositi dalla Cei e dalla Regione.
L’idea è quella di creare un vero e proprio polo culturale, imperniato sulla biblioteca già esistente al secondo piano, dotata di 1200 volumi con ricche collezioni e 17 preziosi incunaboli. Ad essa verrà affiancato l’archivio diocesano, ora custodito nel palazzo arcivescovile, oltre a vari uffici. «Al primo piano, poi – osserva don Goina –, dovrebbe trovar posto uno spazio espositivo per mostre permanenti e temporanee. Andrà anche ripensata, non più in chiave di sala convegni, anche la funzione dell’Auditorium Fogar, troppo grande e da tempo sottoutilizzato a causa dei costi». –
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