Isonzo «fortemente inquinato» Lo dice l’analisi Legambiente

In territorio italiano il fiume Isonzo si presenta “fortemente inquinato” in almeno tre punti del suo corso: a Savogna d’Isonzo, nei pressi del depuratore di Gorizia; tra Gradisca e Villesse, anche in questo caso a valle del depuratore; e nel capoluogo isontino, dove il torrente Groina si immette nell’Isonzo.
È il preoccupante – ma, purtroppo, non del tutto sorprendente – verdetto del monitoraggio condotto sul fiume transfrontaliero dai tecnici di Legambiente, arrivati nell’Isontino nell’ambito della quinta tappa di “Goletta dei laghi”, la campagna nazionale che mira a portare all’attenzione dell’opinione pubblica il problema dell’inquinamento delle acque interne del nostro paese, quelle di fiumi e laghi appunto.
La campagna arriva per la seconda volta nella nostra regione, dopo aver toccato lo scorso anno il lago di Cavazzo. Il monitoraggio è stato illustrato ieri mattina nella cornice verde del Parco di Piuma dal presidente di Legambiente Fvg Sandro Cargnelutti, dal suo omologo del circolo di Gorizia Luca Cadez e da Simone Nuglio, responsabile di “Goletta dei Laghi”. All’incontro hanno preso parte anche numerosi rappresentanti di associazioni ambientaliste italiane e slovene perché l’iniziativa non ha trascurato il tratto sloveno dell’Isonzo, con l’indagine che si è concentrata su due fronti distinti. Da un lato sono stati effettuati dei campionamenti per verificare la presenza di microplastiche nell’acqua (e in questo caso i risultati dovrebbero arrivare nel corso dell’autunno), dall’altro sono state condotte analisi su sei siti distinti per valutare l’inquinamento microbiologico del fiume. E qui arrivano le prime note dolenti.
Se i prelievi effettuati oltreconfine (a Salcano, a monte della diga, e nei pressi del ponte nel centro di Deskle) non hanno evidenziato particolari problemi, così come il prelievo nell’affluente Vipacco a Savogna d’Isonzo, tre punti dell’Isonzo in Italia sono caratterizzati da sforamenti significativi dei parametri di legge per ciò che riguarda la concentrazione di batteri di origine fecale, quelli legati cioè agli scarichi fognari nel fiume. Si tratta come detto di quelli vicini ai depuratori a Savogna e Villesse, e del sito a valle della traversa di Piuma, dove sfocia il torrente Groina e dove spesso molti goriziani fanno il bagno, ignari dei rischi ai quali vanno incontro. Anche per questo il presidente goriziano di Legambiente Luca Cadez ha chiesto “maggiore vigilanza” alle autorità locali, auspicando anche che l’entrata in funzione in futuro del nuovo depuratore di Staranzano e del “tubone” dell’Isonzo risolva i problemi legati agli scarichi fognari, così come avvenuto in Slovenia dopo l’attivazione del moderno impianto di depurazione.
«La nostra attenzione su un fiume straordinario come l’Isonzo è alta – ha aggiunto il presidente regionale Cargnelutti –, e faremo pressione sulla Regione, sul Governo e sulle istituzioni della vicina Slovenia perché si arrivi finalmente al piano di bacino transfrontaliero, che è un nodo fondamentale da risolvere».
A tal proposito due anni fa proprio le associazioni in difesa dell’Isonzo raccolsero 1.600 firme, presentate poi all’Unione europea, e la questione arrivò, attraverso un’interrogazione, anche in Parlamento. –
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