Job@UniTS, 500 giovani a caccia di un lavoro

Consapevoli delle difficoltà dettate da una crisi come non se ne vedevano da decenni, ma anche determinati a sfruttare tutti gli strumenti a disposizione per trovare un’occupazione soddisfacente. È l’identikit degli oltre 500 studenti che hanno partecipato ieri a Job@UniTS, la quarta edizione del career day organizzato dall’Università di Trieste con l’obiettivo di facilitare l’incontro tra le più importanti aziende del territorio nazionale e gli studenti e i laureati dell’ateneo. Una partecipazione massiccia, che dimostra come in un momento di forte crisi occupazionale un evento come questo, realizzato con il contributo della Fondazione CRTrieste e con il sostegno di tante altre aziende presenti sul territorio (Generali, PwC, Umana, Danieli, Decathlon,Fincantieri, Hera, Kpmg, Lidl, Ferriere Nord, Redaelli Tecna, Sas e Wärtsilä), non fatica a riscuotere un consenso pressoché universale. Denso il programma della manifestazione: da un lato i seminari sul mondo del lavoro, che si sono susseguiti dalle 9.30 alle 15.30, dall’altro due iniziative per coinvolgere gli studenti in prima persona, come Cv Clinic, preziosi suggerimenti per la stesura di un curriculum, e gli incontri one to one tra i responsabili delle risorse umane delle varie aziende partecipanti, una cinquantina circa, e gli studenti aspiranti lavoratori. Tra i temi trattati nei seminari l’analisi minuziosa delle tipologie di contratto di lavoro, la presentazione del nuovo contratto di apprendistato di alta formazione e ricerca, che assicura sgravi fiscali alle aziende che assumono laureandi o dottorandi, le opportunità lavorative all’estero, che riscuotono un successo straordinario tra gli studenti, consapevoli che le maggiori possibilità di trovare un’occupazione ci sono proprio al di là dei nostri confini. «Ho partecipato sia al Cv Clinic sia ad alcuni colloqui con aziende - racconta Marina, laureata in Scienze Diplomatiche e Internazionali -: sono tornata da due esperienze all’estero, a Parigi e Bruxelles, e mi piacerebbe trovare un’occupazione in Italia». Sono tanti i giovani che la pensano come lei ma sono costretti ad emigrare. Anche per una questione di salari: «Quella che in Germania è ritenuta la paga minima - sottolinea Lorenzo, ingegnere civile - in Italia è un’utopia”. Così i neolaureati a Trieste, aspiranti lavoratori, girano con una ventina di curricula appresso e si alternano tra i tavoli delle 44 aziende che si sono rese disponibili per effettuare colloqui. «Almeno qui si risparmia tempo, avendo tante aziende concentrate in un unico spazio», commenta Ingrid, laureata in inglese e tedesco alla Scuola Interpreti. Da parte delle aziende l’interesse c’è: molte sono delle habituées dei career day, che frequentano per reclutare i migliori giovani talenti d’Italia.
Giulia Basso
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