Josipovic lancia l’Istria a statuto speciale

Il presidente croato accarezza per la prima volta l’ipotesi di un regime particolare per l’unica regione bilingue del Paese

POLA. Per la Prima volta la Dieta democratica istriana al potere nella penisola, trova un alleato altolocato a Zagabria nella sua battaglia per l’Istria regione a statuto speciale in Croazia. E che alleato, nientemeno che il presidente della Repubblica Ivo Josipovic, ora impegnato a proporre numerose modifiche alla costituzione tra cui la nuova mappa amministrativa- territoriale del paese.

Sul tema alcuni organi di stampa ipotizzano 4, 5 o 7 future regioni al posto delle attuali 20. La portavoce dell’Ufficio presidenziale Dunja Slade Silovic afferma che i giornali scrivono di tutto, cose vere e anche non vere. Però una cosa è certa, afferma: «L’Istria è prevista come posebna regija ossia regione speciale o particolare». Di conseguenza il suo status verrà definito con apposite norme di legge e modifiche costituzionali sulle quali ora c’è il massimo riserbo.

Sicuramente la notizia ha un enorme peso politico in quanto è la prima volta nella storia della Croazia indipendente che il capo dello stato dimostra tanta sensibilità per l’Istria. Un cambiamento dal giorno alla notte rispetto alla politica fortemente centralista del primo presidente croato Franjo Tudjman. Sarà interessante vedere cosa emergerà dal dibattito politico sulla proposta di Josipovic.

Ancora non è dato do sapere quale sarà l’atteggiamento del Partito socialdemocratico, che poi è quello di Josipovic. A dire il vero da qualche tempo a questa parte lo schieramento di cui è leader il premier Zoran Milanovic sta ridimensionando certe prerogative e competenze dell’Istria trasferendole alla vicina Regione Litoraneo Montana.

Un comportamento giudicato in linea con alcune precenti proposte della nuova mappa territoriale-ammministrativa del paese secondo cui l’Istria verrebbe accorpata all’ipotetica Regione dell’Alto Adriatico. Appare molto probabile che tra Josipovic e i socialdemocratici possa sorgere qualche attrito sul tema, destinato a diventare uno dei più caldi nell’imminente campagna elettorale per le presidenziali di fine anno.

Come spiegarsi il suo sostegno alla politica dietina? Innanzitutto il capo dello stato è cosciente del fatto che l’Istria è la regione che più delle altre contribuisce alle entrate del bilancio statale senza ottenere un ritorno proporzionale.

In secondo luogo nelle sue numerose visite alla regione si è reso conto delle sue specificità storiche, culturali, etniche e civili non riscontrabili altrove. Ricordiamo che l’Istria è l’unica regione bilingue del paese, nella quale l’italiano viene parificato al croato.

Dunque se accorpata a qualche altra entità amministrativa perderebbe buona parte della sua identità, il che tra l’altro è in collisione con le direttive di Bruxelles sul mantenimento delle diversità. (p.r.)

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