Junior Masterchef chiama Lidia Bastianich ai fornelli

L’icona della cucina italiana a New York è la star del nuovo programma di Sky1 Scelta per la sua semplicità: «Sarò una nonna, è solo un modo per divertirsi»
Di Furio Baldassi

TRIESTE. «Vuoi che muoro?». No, lei, di sicuro, non lo vuole morto. Non foss’altro perché, di cotanto “giudice” del gusto, l’algido Joe Bastianich, è la mamma. E il sospetto è che, addirittura, lo voglia ancora controllare a distanza. Lei è Lidia Bastianich, scappata da Pola a 12 anni, dopo la guerra, passata a Trieste per il Silos, alla fine approdata nella Grande Mela con più sogni che sicurezze. E diventata un’icona della cucina italiana nella città più difficile e critica del mondo e, ancora recentemente, ha messo in bacheca tra i tanti riconoscimenti, l’Emmy, praticamente l’Oscar della televisione, che è stato assegnato al suo pluriennale programma di cucina. Con tutto il rispetto per entrambe, una Antonella Clerici al quadrato, col valore aggiunto di aver sfondato su un mercato dove la concorrenza non manca di certo.

Cosa che non è sfuggita ai realizzatori di Junior Masterchef, format americano ormai diffuso nel mondo, che l’hanno voluta tra i giudici della prima edizione, insieme a Bruno Barbieri e Alessandro Borghese, del nuovo programma di Sky1 HD dell’autunno. Merito, assicura, della «semplicità». Quella che la porta a cucinare per i nipotini o per 50 milioni di spettatori con la stessa, imperturbabile, carica di entusiasmo e a ricevere circa 2000 mail alla settimana. In un Paese che soffre la sudditanza enogastronomica nei confronti di Italia, Francia e chissà quanti altri, quasi un mito. Piace, di Lidia, la sua semplicità, il suo “understatement” e cioè, entrando nel gergale, il fatto di non tirarsela troppo. La sfoglia si spacca? Pazienza, si rattoppa, Nessuno è nato imparato, come diceva Totò, ed essere troppo rigidi in cucina di sicuro non aiuta. E poi l’improvvisazione italiana è ormai qualcosa di più di un luogo comune...

E Joe cosa c’entra? Beh, lui il suo l’ha fatto. Anzi, subìto. «Costringevo Joe e Tanya, quando erano piccoli - confessa Lidia - a mangiare due volte a pranzo, per provare i piatti dei ristoranti». Tra un piatto buttato nell’immondizia e l’altro, Joe ha in effetti ammesso recentemente di essere stato costretto, per la sua obesità giovanile e, soprattutto, per quello che comportava dal punto di vista medico, a mettersi a stecchetto. Ovvio che adesso guardi i piatti da una particolare ottica...

Sorge un dubbio, a questo punto: se Joe è riuscito a far piangere, a Masterchef Italia, anche pezzi di omoni per la loro scarsezza in cucina, come si comporterà la genitrice, che oltre a tutto dovrà vedersela con concorrenti che, per definizione, saranno ancora più sensibili e fragili, come del resto lo può essere un bambino? «Sarò una nonna - assicura Lidia - perchè la cucina è solo un modo di stare insieme e di imparare qualcosa, divertendosi. Come facevo io da piccola con mia nonna, che mi ha insegnato un sacco di cose, come ad esempio il segreto per far risaltare i sapori».

Concetti basici ma messi bene a frutto. Oggi il nome Bastianich, in America, è sinonimo d’Italia e di qualità. Non solo nei ristoranti che da New York si sono espansi nei vari angoli degli States ma anche e soprattutto come filosofia imprenditoriale. Parlare di Linda e Joe Bastianich implica la gestione di libri e vini, ma anche di una linea di pasta e sughi naturali. «Per me - ammette la Bastianich - la cucina è un modo di comunicare. I miei spettatori mi seguono perché è tutto molto naturale, e mi scrivono per chiedere consigli». Un punto per gli americani. Che generalmente mangiano male, ma non per colpa loro. «Sì, è vero, sono curiosi e non hanno un forte senso della cucina nazionale. Il loro tipo di alimentazione, in tal senso - ammette la Bastianich - è un vero “mix” di cucine etniche. Con quella italiana ovviamente in testa».

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