La battaglia degli anti-Englaro per 9 pazienti in coma vegetativo

«Non capisco perché in questa città bisogna sempre parlare male della sanità. Tutto fa schifo, tutto non va bene. In realtà, c’è un reparto, al San Giovanni di Dio, che è un unicum in regione. È il primo in Friuli Venezia Giulia espressamente concepito per ospitare degenti in stato di coma vegetativo e malati di Sla (sclerosi laterale amiotrofica). Funziona bene e ci sono operatori che meritano un plauso visto il grande impegno. Gorizia dovrebbe andare orgogliosa di un servizio simile. Scrivetelo a caratteri cubitali».
La grinta e la caparbietà di una mamma che vuole il figlio più vicino a casa. E la ferrea volontà di aiutare le famiglie che si trovano nella sua stessa condizione e non la pensano come Beppino Englaro. Se Gorizia oggi ospita il centro-pilota regionale per casi di Sla (sclerosi laterale amiotrofica) e stati in coma vegetativo una buona fetta del merito va attribuita a Nadia Scotti, presidente dell’associazione “Oltre... per ri-vivere” e madre di Marzio Rizzatto, ridotto allo stato vegetativo dal 26 dicembre 2005 quando venne colpito da un gravissimo infarto.
Un piccolo
“gioiello”
Lei schiva i complimenti. Si limita però ad annotare che «prima non c’era nulla». I malati venivano ospitati in strutture che non erano deputate e attrezzate per questo. Oggi, all’ultimo piano dell’ospedale di via Fatebenefratelli, c’è - invece - un reparto che funziona. «Egregiamente».
Prima era ubicato a Villa San Giusto, poi è stato trasferito all’ultimo piano del San Giovanni di Dio. «Ed è giusto riconoscere il merito al primario Platania, ai medici, agli infermieri, agli operatori socio-sanitari. Lavorano con grande umanità e sono sempre vicini alle persone ricoverate e alle loro famiglie. Il “mio” Marzio non ha mai avuto le piaghe da decubito e non l’ho mai trovato trasandato o sporco. Questo a riprova che l’attenzione è massima per le persone che sono ricoverate lì. Peraltro, chi pensava che il trasferimento finisse con il peggiorare il livello del servizio ha dovuto ricredersi. Semmai, spostando tutto al San Giovanni di Dio, le cose sono migliorate».
Nove
ricoverati
La struttura goriziana offre assistenza a malati in stato vegetativo con un team multiprofessionale (medici, infermieri, fisioterapisti, psicologi) e punta a garantire una presa in carico dei pazienti non soltanto sul piano ospedaliero. I lavori di ristrutturazione della precedente Rsa (residenza sanitaria assistenziale) permisero, in tempi rapidi (40 giorni di lavori), di ottenere 9 posti letto suddivisi in 4 stanze doppie e una singola nei 560 metri quadrati di spazio, ricavando anche delle aree per i familiari che assistono i pazienti. «Oggi tutti e nove i posti-letto sono occupati», annota Nadia Scotti. Le tecnologie e gli arredi sono stati concepiti per dare una connotazione il più possibile domestica al reparto, così come lo spazio esterno che funziona ormai da qualche mese.
Differenze
di vedute
Nadia Scotti vuole stemperare le differenze di vedute con Beppino Englaro. «La pensiamo diversamente, punto e basta», dice. «Mio figlio Marzio è in stato vegetativo permanente dal 2005: respira, reagisce al dolore, mi guarda, allunga un dito per salutarmi e... forse vorrebbe anche dirmi qualcosa. Mio figlio è uno delle decine e decine di casi che ci sono nella nostra regione e a loro ci dedichiamo».
La signora Scotti, dicevamo, è presidente dell’associazione “Oltre... per ri-vivere”, un sodalizio che non ha fini di lucro e persegue esclusivamente lo scopo di promuovere lo sviluppo di volontariato come strumento morale nei confronti di persone in stato vegetativo cronico, stato vegetativo o di minima coscienza e/o nella fase riabilitativa post-acuta.
Peraltro, l’associazione, nel rispetto delle suddette finalità, svolge attività di utilità sociale anche allo scopo di informare, educare, stimolare e coordinare le attività volte al miglioramento dell’assistenza clinica, qualità e dignità delle suddette persone, nelle cure e nel sociale.
Francesco Fain
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